La Tunisia proibisce alla nazionale di pallavolo di giocare una semifinale con Israele un ennesimo episodio di intolleranza
Testata: Libero Data: 26 marzo 2008 Pagina: 0 Autore: Cristiana Lodi Titolo: ««Non si gioca con gli ebrei» La Tunisia ritira la nazionale»
Da LIBEROdel 26 marzo 2008:
Tunisia-Israele, partita annullata. Alla Nazionale magrebina è vietato giocare contro gli ebrei. E non c'è bisogno di dare spiegazioni, perché il diktat non ammette negoziazione. Ma cosa c'entrano gli intrighi della politica internazionale con il Memorial Ferruccio Cornacchia di Pordenone? Può lo scontro di religione interferire perfino con un torneo di pallavolo Under 19, che ormai da 26 anni riunisce ragazzi di tutto il mondo in un palazzetto dello sport? L'episodio di Pordenone dimostra che certe assurdità non hanno mai fine. Sono le 17 del giorno di Pasqua e al Forum devono scendere in campo Tunisi contro Tel Aviv. È solo una competizione sportiva di volley. Trentadue formazioni di diciannovenni, di cui sedici maschili. Come lo scorso anno in campionato c'è anche la Tunisia, una rosa davvero fortissima. La passata edizione ha vinto il trofeo battendo l'India, allora campione in carica. I nordafricani hanno raggiunto la semifinale, come gli ebrei. La gara promette emozioni e in tanti aspettano entusiasti. Negli altri otto stadi del Friuli Occidentale, intanto è già cominciata la sfida fra le altre formazioni. Tunisia e Israele sono già col pensiero sotto la rete, ma all'improvviso un uomo della Digos si avvicina all'interprete della Nazionale israeliana: «Voi di Tel Aviv non potete giocare con loro. Punto e basta. Nessuno vi deve motivazioni». L'ordi ne inaspettato e perentorio arrivava alle 15, due ore prima dell'inizio del match. Le autorità tunisine, per bocca del ministro dello Sport, «hanno imposto il divieto assoluto e la comunicazione urgente è arrivata con un sms pochi minuti fa», spiega Rkaia Kamel, capo della delegazione dei nordafricani. Scende il gelo sugli spalti e fra gli organizzatori disorientati. Ferruccio Cornacchia, patron della competizione, chiede lumi e tenta una mediazione. Inutile. Il divieto è arrivato dall'alto, direttamente da Tunisi. «Mai vista una cosa del genere in 26 anni. Certi politicanti da quattro soldi dovrebbero vergognarsi di esistere», commenta. Lo spirito della gara è proprio quello di fare incontrare ragazzi di nazionalità diverse e creare un clima di amicizia, un tentativo di allontanare attraverso il gioco contrasti politici e religiosi. «Tengo a sottolineare che ho visto i ragazzi tunisini piangere sconfortati e delusi, loro avrebbero voluto ugualmente giocare», aggiunge Cornacchia, «ma alla fine sono stati costretti a obbedire al diktat del loro governo per evitare ripercussioni. L'an no scorso tunisini e israeliani erano insieme, in festa. Ma la politica evidentemente cambia tutto e in fretta». Mauro Rossato, referente per le comitive straniere dell'orga nizzazione, ha cercato di trattare con le autorità tunisine: «Ho incontrato il portavoce Kamel per capire se c'erano margini di manovra. Non lo avessi mai fatto, non è bastata nemmeno un'ora di discussione. E pensare che uno degli intenti di questa manifestazione è proprio quello di radunare giovani che in altri contesti non riuscirebbero nemmeno a incrociarsi con lo sguardo, nel nome dell'amicizia e della pace. Ho tentato di ricontattare il governo centrale, ribadendo questo concetto, ma non c'è stato niente da fare. Avessi insistito di più, sarebbe arrivata la fase delle minacce». Partita annullata. Tunisini in lacrime, mentre gli avversari di Tel Aviv hanno aspettato a testa bassa i trenta minuti a partire dall'orario di avvio della gara per poi incassare, non senza imbarazzo, il titolo di vincitori a tavolino. «Stando al regolamento, i nordafricani, oltre a subire l'im meritata sconfitta per 3-0 avrebbero dovuto essere subito esclusi dalla manifestazione», spiega il patron, «ma per evitare di penalizzarli eccessivamente il nostro comitato ha deciso di far loro disputare la sfida per il terzo posto a Claut, contro la Sisley di Treviso». Un match onorato dai magrebini con un 3-2 su uno dei vivai migliori d'Italia. Nel 2009 loro non ci saranno a Pordenone, però. Unica nota di consolazione: Berber Bilel è stato premiato come miglior libero della competizione, mentre l'israeliano Viacheslav Brekel ha incassato il podio del centrale più forte. Insieme sono saliti sul palco. E a quel punto nessuno ha potuto vietare ai due ragazzi di stringersi la mano. In finale l'Italia Under 19 ha battuto Israele (3-0). Terza la Tunisia, che insieme con i suoi fans ha preferito non alzarsi all'inno degli ebrei. Quando gli atleti se ne sono andati, a fare eco sugli spalti sono rimaste solo le domande senza risposta di tanti giovani spettatori: «È giusto che la politica entri nel mondo dello sport e lo manipoli? Si può accettare che ragazzi innocenti scontino le colpe dei loro padri? Possibile che i potenti non riescano a guardare al di là dei loro interessi personali?».
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