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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.03.2008 Accusata di aver aggredito una famiglia palestinese, dopo il carcere è divenuta un'eroina dei nazionalisti religiosi
una cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 marzo 2008
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Zvia e le altre ragazze, contro Israele in nome della Torah»
Dal CORRIERE della SERA del 25 marzo 2008:

GERUSALEMME — E' rimasta in silenzio. Non ha riposto alle domande in tribunale, si è rifiutata di lasciarsi perquisire o di mettersi in fila assieme alle altre detenute. Come se i nemici l'avessero catturata, come una prigioniera di guerra. Zvia Sariel ha passato tre mesi in carcere ed è diventata un'eroina. Almeno per le ragazzine cresciute negli insediamenti ebraici in Cisgiordania, convinte che legge voglia dire quella religiosa della Torah e che lo Stato israeliano sia un «regime malvagio ».
Alla fine il giudice l'ha lasciata andare per insufficienza di prove, era stata accusata di aver attaccato una famiglia palestinese durante la raccolta delle olive. L'ha assolta e l'ha condannata: «Il suo comportamento di fronte alla corte — scrive nella sentenza — è oltraggioso e preoccupante ». Zvia ha diciott'anni. Le adolescenti che la considerano un simbolo anche meno. Sette minorenni sono state arrestate un paio di mesi fa per essersi opposte all'evacuazione di un avamposto. Come Zvia si sono rifiutate di dare il nome e come Zvia sono rimaste in cella. Sono le ragazze «Sarah Aharonson». Durante le dimostrazioni contro il ritiro da Gaza, nell'estate del 2005, chi veniva arrestata forniva come identità quella della giovane sionista che si uccise, dopo essere stata torturata per tre giorni dai militari turchi. Adesso i «turchi» sono i soldati, israeliani come loro, che provano a fermarle. «La ribellione di Zvia Sariel e dei suoi amici — commenta il quotidiano liberal
Haaretz — punta a estraniarli dallo Stato, a minare l'unità del Paese e a sovvertirne la stabilità».
I «bambini guerrieri» — come li ha chiamati il Jerusalem Post — sono stati educati nelle scuole religiose in Cisgiordania. Sono l'avanguardia bellicosa del movimento ultranazionalista che ha spinto per la costruzione degli insediamenti. «Bravi ragazzi — commenta il direttore di uno dei centri —. Sanno di essere in guerra con chi vuole espellere gli ebrei dalla Terra d'Israele. Sono veri idealisti». «Non ha tradito i suoi principi. Dentro di lei, ha molta più forza di tutti noi messi assieme», dice la madre di Zvia, che proviene dall'insediamento di Elon Moreh.
Mentre era in carcere, Zvia ha ottenuto di essere sentita da una corte privata rabbinica, che ha elogiato il suo rifiuto di accettare l'autorità dei giudici israeliani. Questi «nuovi sinedri » pubblicano decreti, per i sionisti religiosi sono legge: uno degli ultimi ordina di non assumere o affittare case agli arabi ed è stato promulgato dopo la strage alla yeshiva di Gerusalemme. «Il fatto che le norme religiose — scrive Uzi Benziman, sempre su Haaretz — entrino nel discorso pubblico minaccia la capacità della nostra società di funzionare».
Zvia e gli altri si considerano Meitav Ha-Noar, i migliori tra i giovani. «Non sono come quelli di Tel Aviv, interessati solo alle droghe», dice Yaakov Ben-Taria, un medico che vive a Hebron, nella parte controllata dagli israeliani. «L'eroina, anche Zvia, è sempre pericolosa», replica sarcastico un editorialista.

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