Fusione di dipartimenti nell'Agenzia ebraica quello per l'immigrazione verrà smantellato
Testata: La Repubblica Data: 21 marzo 2008 Pagina: 16 Autore: Marco Ansaldo Titolo: «Israele, chiude il Dipartimento dell´Exodus»
Da La REPUBBLICA del 21 marzo 2008, un articolo di Marco Ansaldo. Segnaliamo l'ultimo passaggio: il calo dell´immigrazione preoccupa Israele, che deve fare i conti con un tasso di natalità inferiore a quello dei palestinesi e che in prospettiva rischia di fare degli ebrei una minoranza. Tra i palestinesi circola perciò da anni una battuta amara e celebre: «Copulare per non farsi occupare». In realtà "per non farsi occupare", i palestinesi dovrebebro semplicemente smettere di aggredire Israele, e avviarsi seriamente sulla via del negoziato. Ecco il testo:
GERUSALEMME - Exodus addio. David Ben Gurion messo in un angolo. Sessant´anni dopo la fondazione dello Stato, la mancanza di fondi ferma l´organismo che per decenni si è occupato di portare gli ebrei in Israele. I leader della diaspora investono altrove, ma non più nel fenomeno del ritorno. E così il Dipartimento per l´immigrazione, lo storico marchio dell´Agenzia ebraica che fin dagli Anni venti ha trasferito milioni di persone nella Terra promessa, chiude i battenti per mancanza di denaro. Persino il crollo del dollaro ha inciso nell´annunciata fine di un ente che ha fatto epoca nel Novecento. L´Agenzia Ebraica ha deciso di voltare pagina e di concentrarsi piuttosto nell´educazione e nella formazione delle comunità all´estero. Il piano, reso noto ieri da un portavoce dell´organismo, è teso ad avviare una serie di riforme politiche e finanziarie per arginare la crisi degli ultimi anni, che è anche una crisi di immagine. L´Agenzia Ebraica per la Palestina era stata costituita nel 1923 per incoraggiare l´immigrazione e, nel 1948, con lo costituzione dello Stato ebraico, aveva modificato la sua denominazione in Agenzia Ebraica per Israele. Ma oggi il numero di ebrei che emigrano è in costante calo: nel 2007 ne sono arrivati meno di 20 mila. «In questo ultimo periodo abbiamo preso pugni da ogni direzione», spiega con amarezza uno dei suoi funzionari. Ed è vero che le donazioni provenienti individualmente dalla stessa comunità americana sono crollate. I filantropi hanno scelto gruppi privati che organizzano viaggi in Israele per i giovani. Altri hanno più drasticamente deciso di bloccare ogni afflusso di denaro, perché in disaccordo con la conduzione dell´Agenzia o perché di avviso diverso su quella che dovrebbe essere la sua missione principale. Alcuni donatori, ad esempio, per rispondere al progressivo esaurimento di arrivi da paesi meno sviluppati come quelli dell´ex Unione Sovietica, premono sull´organizzazione affinché si concentri piuttosto sull´istruzione. Così aveva già anticipato, sei mesi fa, un memorandum confidenziale inviato all´Agenzia da alcuni alti esponenti delle federazione di New York. Secondo alcune fonti a Gerusalemme, nella diaspora è forte anche l´esigenza di convogliare i fondi tra le stesse comunità ebraiche all´estero, invece che inviarli in Israele. Da sempre la storia dell´Agenzia ebraica si intreccia strettamente con le vicende di Israele. Sotto il mandato britannico l´organismo fu addirittura una sorta di governo ombra degli ebrei residenti in Palestina. Operativa già nel secondo decennio del secolo scorso, l´Agenzia si occupava anche di erogare prestiti ai «kibbutzim», cioè a quanti, arrivando in Israele, intendevano trovare nei kibbutz una ragione di lavoro e di vita. A quel tempo l´organizzazione dirigeva scuole e ospedali, formando anche un braccio armato di difesa, illegale ma tollerato, l´Haganah. Nel 1946, come ritorsione a una serie di attacchi portati da altri gruppi contro le truppe britanniche, la sede dell´Agenzia a Gerusalemme fu attaccata e nel 1948 fu poi bombardata dagli agenti del Gran Mufti. Il gran numero di vittime consigliò lo spostamento del quartier generale a Tel Aviv. Il 14 maggio dello stesso anno l´Agenzia ebraica per la Palestina, sotto il suo presidente David Ben Gurion, divenne infine il governo provvisorio di Israele. Ben Gurion assumerà poi la carica di primo ministro. L´Agenzia ebraica in ogni caso non chiude, sottolineano i suoi portavoce. Pensa però a smantellare lo storico Dipartimento per l´immigrazione - che ha un costo annuale di 100 milioni di dollari (63 milioni di euro) - quest´oggi ritenuto da molti ingiustificato. Eppure il calo dell´immigrazione preoccupa Israele, che deve fare i conti con un tasso di natalità inferiore a quello dei palestinesi e che in prospettiva rischia di fare degli ebrei una minoranza. Tra i palestinesi circola perciò da anni una battuta amara e celebre: «Copulare per non farsi occupare».