Egregio Direttore, ho avuto modo di visitare il sito dell'iniziativa "Sport sotto l'assedio", manifestazione in programma a breve. Senza peraltro meravigliarmi, come già avvenne con "Altrimondiali" e visto il curriculum assai di parte degli organizzatori,"ovviamente " leggo che gli israeliani sono cattivi , sadici e sembrano dedicare la propria esistenza ad opprimere i palestinesi. Leggo anche di "territori occupati" e probabilmente il riferimento è agli israeliani stessi che "occupano" l'intera Israele senza diritto, secondo certe teorie che piacciono molto anche a provati democratici quali il bravuomo che governa l'Iran. Penso proprio che sia così, visto che Gaza venne evacuata da Israele nel 2005 ed ora è vessata, armi alla mano, da quegli altri campioni di democrazia, tolleranza e rispetto dei diritti civili che sono quei pacifisti di Hamas i quali,senza troppi indugi, hanno liquidato l'Autorità Palestinese che comunque governa la parte restante dei Territori Palestinesi. Il principio "due popoli due stati" già teorizzato dallo stesso Sharon, posto ad oggi alla base dele trattative di pace,deve apparire agli organizzatori del discriminatorio torneo calcistico un'ipotesi degna della più estrema destra conservatrice,con buona pace dell'Unione Europea,del "quartetto" e così via. Come ai tempi delle epurazioni dalle foto dei gerarci sovietici caduti in disgrazia,tanto per citare un esempio tra i meno cruenti,i "cooperatori sportivi" di "Sport sotto l'assedio" evitano scientificamente di considerare l'aberrante fenomeno del terrorismo e del lancio di missili contro Israele ,attività non proprio ludiche poste in atto con grande solerzia dagli amichetti dei nostri. Il concetto è chiaro : non vi sono ragioni da parte israeliana e non vi sono vittime israeliane, magari non c'è nemmeno il diritto all'esistenza per Israele. Il fatto che Hamas pratichi anche l'antisemitismo e discrimini pure i cristiani che vivono a Gaza non sembra poi apparire rilevante per i nostri "ccoperatori" sempre più a corto di leader maximi ai quali affidarsi. Peccato però per il pessimo uso che viene fatto dello sport ma anche peccato per i palestinesi stessi che di problemi ne hanno certamente molti e gravi ma che meriterebbero amici assai più utili, genuinamente impegnati a cercare di contribuire a superare gli ostacoli anzichè erigerne. Sempre più saggio appare quel detto americano che recita : "con amici così,chi ha bisgono di nemici?!" Con distinti saluti,