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L'Opinione Rassegna Stampa
19.03.2008 Doppia persecuzione contro i cristiani in Algeria
da parte dello "Stato laico" e degli integralisti

Testata: L'Opinione
Data: 19 marzo 2008
Pagina: 0
Autore: Paolo Della Sala
Titolo: «Doppia dittatura ad Algeri»
Da L' OPINIONE del 19 marzo 2008:

La repressione contro il clero non avviene soltanto in Tibet ma anche nei paesi musulmani. Tra questi eccelle la “moderata” Algeria. Il clima algerino di questi giorni è freddo, in Cabilia vi sono 90 cm. di neve. La politica è più inclemente ancora. Due militari sono rimasti uccisi (e 17 feriti) in uno scontro con i ribelli islamici. Si trattava di una pattuglia incaricata di effettuare un controllo in una base navale a Jijel. L’attentato è opera del GSPC (Gruppo salafita di predicazione e combattimento). Un mese fa altri otto membri dell’apparato di sicurezza erano stati assassinati. Ormai in Algeria la guerra inter-musulmana colpisce persino i salafiti moderati. Tre giorni fa sono stati massacrati due giovani fedeli moderati, mentre pregavano all’interno di una moschea nella provincia di al-Wadi. Il GSPC è responsabile anche del rapimento di due turisti austriaci, in Tunisia. L’ultimatum sulla loro vita è stato prolungato di una settimana. Forse i due austriaci si trovano nel Mali. In questo quadro è persino ovvio che le componenti della società algerina si trovino d’accordo almeno su una cosa: la repressione dei cristiani. Tanto l’Europa tace. I responsabili di due chiese della Cabilia sono stati convocati alla stazione di polizia di Wilaya e hanno ricevuto l’ordine di cessare ogni attività religiosa, in attesa di un’autorizzazione della “Commissione nazionale sui culti non musulmani”. Le due comunità erano allineate alle direttive della legge sui “culti diversi”.

Nelle ultime settimane ben dieci chiese sono state chiuse. Inoltre Hugh Johnson, presidente della comunità protestante, ha ricevuto un decreto di espulsione dal territorio algerino. Johnson ha atteso invano un rinvio da parte del Consiglio di Stato. I cristiani sono presenti soprattutto nella Cabilia, dove risiedono i berberi, popolazione autoctona del Maghreb cristiana in origine. Gli attacchi sono feroci soprattutto nei confronti della crescente chiesa evangelica. I cristiani algerini sono circa 50.000, di cui 10.000 praticanti, raggruppati in 33 comunità locali. La polemica è salita in seguito al licenziamento di due insegnanti cristiani e dopo la condanna di un prete cattolico di Orano a un anno di prigione. Era accusato di aver predicato a una comunità di emigranti clandestini camerunensi, azione assimilata al proselitismo. L’Italia, così tanto tutrice dei diritti umani, potrebbe dire qualcosa, invece di continuare a fare intrallazzi energetici con la doppia dittatura algerina. Se compriamo gas, potremmo in cambio chiedere il rispetto della libertà di religione (e dei berberi). Perché parliamo di “doppia” dittatura? Perché il potere algerino è feroce, sia nella versione dello “stato laico” sia nell’opposizione integralista. Le due entità si combattono, si odiano, ma sono drammaticamente speculari.

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