Sul MESSAGGERO del 19 marzo 2008 la cronaca del discorso di Angela Merkel alla Knesset è affidata a Eric Salerno.
Il quale conclude l'articolo citando una lettera di "venticinque influenti docenti" che contestano la politica di appoggio a Israele, ritenuta troppo "schierata" e a rischio, interpreta Salerno, di favorire l'antisemitismo (sic !), condannano le reazioni "sproporzionate" di Israele (ricorda qualcosa ?) e sostengono che la memoria della Shoah obbliga a sostenere, oltre che Israele, anche i palestinesi "in quanto le ramificazioni dell'Olocausto portarono alle sofferenze dei palestinesi negli ultimi sessant'anni".
Le citazioni di Salerno lasciano pochi dubbi sulla mistificazione e sulla natura ipocritamente antisraeliana del documento.
E' chiaro che le sofferenze dei palestinesi furono causate dalla scelta di combattere Israele, con l'obiettivo di distruggerla, compiuta dai loro leader, non dalle "ramificazioni" della Shoah. I palestinesi non sono le "vittime delle vittime" di cui scriveva il loro propagandista Edward Said. Sono le vittime dei sogni genocidi dei loro dirigenti.
La vera domanda riguarda però il tipo di "informazione" che porta a inserire il riferimento all'oscuro appello dei docenti tedeschi in quella che dovrebbe essere la cronaca di una visita di stato. E' chiaro, da questa scelta, che Salerno scrive articoli politici, che osteggiano o sostengono tesi politiche. Nulla di male, salvo che dovrebbero essere collocati nella pagina degli editoriali.
Affianca l'articolo sul discorso di Angela Merkel una colonna intitolata "Cisgiordania Tel Aviv chiude le frontiere" Leggendo il pezzo si viene a sapere che il provvedimento è dovuto al "moltiplicarsi di informazioni di intellugence relativa all'immininenza di attentati palestinesi" e che "ieri a Jenin sette ordigni sono stati trovati all'interno di un automobile fermata a un posto di blocco".
Viene allora da pensare che le vere notizie fossero queste ultime. La chiusura delle frontiere non è che una conseguenza, inevitabile.
Impossibile, invece, venire a sapere dal MESSAGGERO che la capitale di Israele è Gerusalemme, non Tel Aviv.
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