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L'Opinione Rassegna Stampa
17.03.2008 Tra Saddam e Al Qaeda i legami c'erano
e il Rapporto del Pentagono lo conferma

Testata: L'Opinione
Data: 17 marzo 2008
Pagina: 0
Autore: Stefano Magni
Titolo: «Saddam e Al Qaeda i legami che c’erano»
Da L'OPINIONE del 15 marzo 2008

Titolo sparato dall’emittente americana Abc: “Rapporto del Pentagono: nessun legame tra Saddam Hussein e Al Qaeda”. La storia è sempre la stessa, come per il rapporto “Nie” sul programma nucleare iraniano: si accusa il presidente George W. Bush di inventarsi dei nemici per scatenare guerre. Il legame tra Al Qaeda e Saddam Hussein era una delle ragioni principali dell’intervento militare americano in Iraq nel 2003, dunque, se Bush ha mentito, o si è sbagliato, se ne deduce che migliaia di militari americani e decine di migliaia di cittadini iracheni stanno continuando a morire invano. E’ un tema fortissimo in una campagna elettorale in cui il candidato repubblicano John McCain fonda gran parte del suo credito sulla promessa della vittoria nella guerra mesopotamica. Ma il Pentagono arriva veramente a queste conclusioni, dopo aver fatto esaminare 600.000 documenti ufficiali dell’ex regime di Saddam? Scorrendo le 94 pagine del rapporto, a pagina 33 troviamo, alla voce “Relazioni dello Stato con gruppi terroristici”, che: “L’Iraq è stato a lungo uno sponsor del terrorismo internazionale. L’esistenza di un memorandum dell’IIS (servizio di sicurezza, ndr) a Saddam, scritto una decina di anni prima dell’Operazione Iraqi Freedom, fornisce una documentazione dettagliata di questo rapporto”.

Tra queste organizzazioni terroristiche risultano anche gruppi legati ad Al Qaeda dalla fine degli anni ‘90: “I documenti sequestrati rivelano che il regime aveva intenzione di cooptare o sostenere organizzazioni che facevano parte di Al Qaeda, visto che gli obiettivi di breve termine di tali organizzazioni erano coerenti con la visione politica di lungo periodo di Saddam”. Tra questi gruppi sono citati l’Esercito di Maometto del Bahrein, che il servizio di intelligence iracheno descrive come “sotto l’ala di Bin Laden” e la Jihad Islamica egiziana, fondata dal braccio destro dello sceicco del terrore, Ayman Al Zawahiri. Non c’è solo Al Qaeda nella lista degli alleati del regime di Baghdad, ma anche il Fronte di Liberazione Palestinese di Abu Abbas (il sequestratore dell’Achille Lauro), il cui ufficio era a Baghdad, oltre a Fatah, Forza 17 e una pletora di piccole e grandi organizzazioni jihadiste in Palestina, Afghanistan, Pakistan, tutti giudicati in base al loro livello di ostilità agli Stati Uniti, a Israele e all’Occidente. E non solo: mostrano anche programmi di Stato per lo sviluppo di tecniche di guerriglia (autobombe, addestramento di terroristi suicidi, mine sulle strade... tutto ciò che viene utilizzato in questi anni contro le truppe della Coalizione), finanziamenti e invii di armi ai gruppi di terroristi.

Le conclusioni del rapporto sottolineano che: “Mentre i documenti non rivelano alcuna coordinazione diretta tra Saddam e il network di Al Qaeda, essi indicano che Saddam aveva intenzione di usare, anche se in modo cauto, uomini affiliati ad Al Qaeda (...) Siccome il servizio di sicurezza di Saddam e la rete di Osama bin Laden miravano agli stessi obiettivi (almeno nel breve periodo), era inevitabile una notevole sovrapposizione tra i due nel monitorare, contattare, finanziare e addestrare gli stessi gruppi stranieri”. Il che vuol dire che non c’era alcun trattato formale di alleanza tra Saddam Hussein e Osama Bin Laden. Ma da qui ad affermare che “non c’erano legami...” c’è una bella differenza.

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