domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Punto fermo di partenza per i negoziati: riconoscimento di Israele 14/03/2008

Punto fermo di partenza per i negoziati: riconoscimento di Israele

 

 

Caro Romano,

ho seguito la sua intervista ad 8 e mezzo sulLa 7. Forse lei non è in malafede come ho sempre creduto. Le sue opinioni su Israele e Stati Uniti seguono una scuola di pensiero specifico. Dottrinale, perché lei ne ha sposato ciecamente le teorie, senza approfondire oltre e senza rendersi conto dell’illogicità di alcune sue affermazioni. Quello che sorprende è la maestria, la sua indubbia capacità ad analizzare l’intricato groviglio della politica italiana. Su Israele e Stati Uniti, le basta – come a troppi – limitarsi ad un mero calcolo sulle probabilità. Affermare che gli Stati Uniti sono portatori di crisi internazionali, sinceramente, ribalta ogni realtà e lo trovo riduttivo e limitato. L’Europa è responsabile  dei più ampi disastri di cui ancora scontiamo le cause e, oltre al nazifascismo, intendo proprio le conseguenze del famigerato Trattato di Versailles. Inoltre, e non sono la sola, sarò sempre grata agli Stati Uniti per averci liberato dal nazismo ed offerto ogni opportunità per risollevarci. La gratitudine deve essere imperitura, altrimenti si tratta solo di opportunismo. E se questo principio viene messo in causa, anzi, delegittimato, non ci si sorprende che ogni impegno europeo venga disatteso nel cinico opportunismo del “giorno per giorno”. Mi ha colpita, sconcertata, che secondo lei – e questo conferma che si tratti di una scuola di pensiero – il negoziato di pace tra arabi ed israeliani verterebbe sul riconoscimento di Israele! ?! Ma lei negozierebbe per il suo paese con chi non riconoscesse l’Italia? A che pro? Il riconoscimento di Israele è il punto fermo da cui parte qualsiasi negoziato. Mi sembra davvero assurdo che lei abbia fatto una simile affermazione, contraria ad ogni logica ed etica. Gli arabi devono riconoscere Israele, il suo diritto ad esistere, riconoscere gli accordi precedenti, e su questa sostanziale base, partono i negoziati. La pace che, concretamente, significa collaborazione economica, regionale, ecc. ecc., in cui – tecnologicamente e scientificamente – Israele ha molto più da offrire di quanto possa mai ricevere. Ma basterebbe ad Israele non dover più vivere in uno stato d’assedio continuato. Hamas - che ribadisce in più punti della sua Carta la distruzione di Israele e l’annientamento degli Ebrei, mettendo in pratica attentati e quotidiani lanci di razzi sul territorio israeliano - le sembra un interlocutore valido? E di grazia, quali sarebbero le colombe? Lei non ricordava neppure il nome dell’allora Primo Ministro dell’AP, Haniyeh, ma solo di Mahmoud Abbas.

Cordialmente, Danielle Sussmann


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT