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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.03.2008 Il regime iraniano lascia mano libera a giovani fanatici
disposti a vendersi un rene per finanziare una "taglia" su Ehud Barak

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 marzo 2008
Pagina: 17
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: ««Vendere un rene per uccidere il ministro israeliano»»
Da il CORRIERE della SERA dell'11 marzo 2008:

TEHERAN — Un rene in cambio della testa del ministro della Difesa israeliano. Anzi più di uno fino a raggiungere la discreta cifra di 400mila dollari. Un'associazione di studenti iraniani radicali ha messo l'offerta in tre lingue su Internet. Una taglia ciascuno sui «principali responsabili del genocidio del popolo palestinese a Gaza: il ministro sionista Ehud Barak, il capo del Mossad, Meir Dagan, e quello dei servizi segreti militari, Amos Yadlin». La morte degli ultimi due vale però un po' meno: 300mila dollari.
Gli studenti, o presunti tali, ci tengono a far sapere che la «taglia di Golia», come l'hanno chiamata, andrà direttamente al killer o, nel caso l'interessato optasse per un'azione suicida, alla sua famiglia. «Ci impegniamo a punire con la legge del taglione, nominata nei testi sacri di tutte le religioni monoteiste, i responsabili delle stragi di questi giorni a Gaza» hanno declamato gli studenti a Teheran.
Con tutti i servizi segreti, i gruppi paramilitari e i fanatici già impegnati da anni nell' impresa, l'iniziativa appare quanto meno velleitaria, ma rientra alla perfezione nell'ormai storico sforzo iraniano di assumere la guida del movimento islamista per la «liberazione di Gerusalemme» ed espandere la propria sfera d'influenza geo-politica. Un obiettivo per altro sempre più realistico, grazie alla popolarità del presidente Mahmud Ahmadinejad nel mondo arabo e, soprattutto, grazie alla crescita dei movimenti vassalli o simpatizzanti di Hezbollah (in Libano), Hamas (in Palestina), Al Sadr, Sciri e Dawa (in Iraq) e alla influenza in Siria, Yemen e Afghanistan.
Durante l'offensiva israeliana sul Libano dell'estate 2006, per le strade di Teheran si offrivano biscottini a ogni razzo hezbollah che esplodeva in territorio ebraico. Un paio di dozzine di aspiranti kamikaze salutarono amici e parenti in piazza e cercarono di raggiungere il fronte pagandosi da soli il biglietto dell'autobus. Oggi durante l'offensiva israeliana su Gaza, per le strade di Teheran si raccolgono finanziamenti (anche in natura: in Iran vendere reni umani è legale) per pagare la taglia sui leader israeliani. È il medesimo schema: la Repubblica islamica tiene le mani pulite, non avalla ufficialmente alcun atto aggressivo, ma lascia semplicemente spazio ad esuberanti «ragazzi».
Foruz Rajaifar ha tenuto il discorso più applaudito dal centinaio di attivisti che domenica ha formalizzato l'iniziativa delle taglie. Difficile giudicare l'età della signora avvolta fin sotto il naso dal chador nero, ma Rajaifar pare quanto meno una studentessa fuori corso. Avrà 40 o 50 anni e non è nuova a iniziative del genere. Tre anni fa si era presentata in un tripudio di bandiere verdi a incoraggiare e organizzare le «Ragazze dell'ulivo», aspiranti bombe umane per la liberazione della Palestina. Domenica, la matura studentessa ha spiegato che «terrorista è chi fa esplodere un treno in Europa pieno di innocenti, uno shaid
("martire", ndr) è invece chi si fa esplodere davanti al suo nemico per ucciderlo».
Farshid Ilaty, lui sì 21enne, spiega al Corriere che «il nostro Movimento studentesco per la Giustizia islamica ha raccolto per ora il 20% del milione di dollari necessari per le tre taglie. Ci hanno aiutato organizzazioni non governative iraniane come "I sostenitori di Gerusalemme" e "I protettori dei palestinesi"».
E i reni? Quanti hanno detto d'essere disposti a venderne uno? «Abbiamo venti volontari per ora, ma in un solo giorno sul nostro sito
www.qesas.it sono arrivate quasi un centinaio di adesioni. Lo tradurremo anche in ebraico, italiano, francese e tedesco così che pure ebrei e cristiani possano aiutarci a fare giustizia contro il genocidio dei palestinesi».

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