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La Repubblica Rassegna Stampa
08.03.2008 Dialogare con i terroristi
Massimo D'Alema ha ancora un mese di tempo per sproloquiare da ministro degli esteri. Poi speriamo faccia danni altrove

Testata: La Repubblica
Data: 08 marzo 2008
Pagina: 6
Autore: v.n.
Titolo: «D´Alema: "Trattare con Haniyeh" Fini: "Niente negoziati con i terroristi"»
D´Alema: "Trattare con Haniyeh" Fini: "Niente negoziati con i terroristi"
 

 Questo il titolo di REPUBBLICA di oggi, 08/03/2008 a pag.6, nel quale Massimo D'Alema ripropone il dialogo con i terroristi di Hamas. Più Israele subisce attentati e attacchi, più D'Alema invoca il dialogo con chi vuole distruggere lo Stato ebraico. Forse mai abbiamo avuto un ministro degli peggiore.

 
La crisi non si era mai spenta, malgrado le speranze di Annapolis Bisogna fermare la spirale di violenza
 
Ecco l'articolo firmato v.n.

ROMA - Poche ore di attesa, e puntuale arriva in Italia la consueta polemica su Hamas, il movimento integralista palestinese guidato da Ismail Haniyeh, che gli israeliani giudicano semplicemente un gruppo terroristico, e che ha celebrato con gioia il massacro di giovedì sera nella scuola rabbinica di Gerusalemme. Il primo ad avviare la polemica è il ministro degli Esteri Massimo D´Alema, che invita Israele a cercare un negoziato con il movimento integralista. «Un sondaggio di cittadini israeliani ritiene che discutere con Hamas sia necessario: a me sembra una posizione saggia. Non so se sia la soluzione, ma la tenterei», dice il ministro degli Esteri, sapendo che questo del dialogo con Hamas è un tabù che gli israeliani (e l´amministrazione americana) gli hanno chiesto più volte di non violare in pubblico. D´Alema continua il suo ragionamento, sostenendo che dopo la conferenza di Annapolis «la crisi mediorientale non si era mai spenta, malgrado le speranze di pace dopo il vertice e la ripresa del dialogo: il conflitto non si è mai fermato. Il rivoltante e tragico attentato di Gerusalemme fa seguito agli scontri in cui sono morti 125 palestinesi a Gaza. Da una parte c´è l´estremismo palestinese, dall´altra l´estrema durezza della reazione israeliana. Bisognerebbe fermare questa spirale di violenza».
Questa di D´Alema è una posizione che già in passato ha portato il ministro degli Esteri in rotta di collisione con governo di Gerusalemme e con l´amministrazione Bush, che nell´estate del 2007 aveva quasi congelato i rapporti con la Farnesina anche a causa della posizione del ministro su Hamas.
E ieri, pochi minuti dopo l´intervento di D´Alema, la polemica italiana è stata immediatamente attivata da Gianfranco Fini. Il leader di An, ex ministro degli Esteri, ha sostenuto che «non si può trattare con Hamas, che ha una posizione di un´ambiguità intollerabile, non riconosce il diritto di Israele ad esistere e deve essere considerata un´organizzazione terroristica». Per Fini «Israele ha il diritto di difendersi quando individua aree o covi di terroristi e ha il diritto di intervenire. È vero che ciò può comportare anche delle vittime civili, ma è vero, purtroppo, che spesso i terroristi si fanno scudo degli stessi civili».
In soccorso di D´Alema è intervenuto Piero Fassino, ultimo segretario dei Ds e soprattutto esperto di politica internazionale; per Fassino «si potrebbe anche trattare con Hamas, negoziare una tregua, ma a condizione che Hamas una volta per tutte superi la propria ambiguità e riconosca che Israele ha diritto di esistere. Bisogna ottenere il superamento di questa ambiguità».
(v.n.)

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