Questo il titolo di REPUBBLICA di oggi, 08/03/2008 a pag.6, nel quale Massimo D'Alema ripropone il dialogo con i terroristi di Hamas. Più Israele subisce attentati e attacchi, più D'Alema invoca il dialogo con chi vuole distruggere lo Stato ebraico. Forse mai abbiamo avuto un ministro degli peggiore.
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ROMA - Poche ore di attesa, e puntuale arriva in Italia la consueta polemica su Hamas, il movimento integralista palestinese guidato da Ismail Haniyeh, che gli israeliani giudicano semplicemente un gruppo terroristico, e che ha celebrato con gioia il massacro di giovedì sera nella scuola rabbinica di Gerusalemme. Il primo ad avviare la polemica è il ministro degli Esteri Massimo D´Alema, che invita Israele a cercare un negoziato con il movimento integralista. «Un sondaggio di cittadini israeliani ritiene che discutere con Hamas sia necessario: a me sembra una posizione saggia. Non so se sia la soluzione, ma la tenterei», dice il ministro degli Esteri, sapendo che questo del dialogo con Hamas è un tabù che gli israeliani (e l´amministrazione americana) gli hanno chiesto più volte di non violare in pubblico. D´Alema continua il suo ragionamento, sostenendo che dopo la conferenza di Annapolis «la crisi mediorientale non si era mai spenta, malgrado le speranze di pace dopo il vertice e la ripresa del dialogo: il conflitto non si è mai fermato. Il rivoltante e tragico attentato di Gerusalemme fa seguito agli scontri in cui sono morti 125 palestinesi a Gaza. Da una parte c´è l´estremismo palestinese, dall´altra l´estrema durezza della reazione israeliana. Bisognerebbe fermare questa spirale di violenza». Questa di D´Alema è una posizione che già in passato ha portato il ministro degli Esteri in rotta di collisione con governo di Gerusalemme e con l´amministrazione Bush, che nell´estate del 2007 aveva quasi congelato i rapporti con la Farnesina anche a causa della posizione del ministro su Hamas. E ieri, pochi minuti dopo l´intervento di D´Alema, la polemica italiana è stata immediatamente attivata da Gianfranco Fini. Il leader di An, ex ministro degli Esteri, ha sostenuto che «non si può trattare con Hamas, che ha una posizione di un´ambiguità intollerabile, non riconosce il diritto di Israele ad esistere e deve essere considerata un´organizzazione terroristica». Per Fini «Israele ha il diritto di difendersi quando individua aree o covi di terroristi e ha il diritto di intervenire. È vero che ciò può comportare anche delle vittime civili, ma è vero, purtroppo, che spesso i terroristi si fanno scudo degli stessi civili». In soccorso di D´Alema è intervenuto Piero Fassino, ultimo segretario dei Ds e soprattutto esperto di politica internazionale; per Fassino «si potrebbe anche trattare con Hamas, negoziare una tregua, ma a condizione che Hamas una volta per tutte superi la propria ambiguità e riconosca che Israele ha diritto di esistere. Bisogna ottenere il superamento di questa ambiguità». (v.n.)
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