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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.03.2008 Sequestrato e torturato nella banlieue, in quanto ebreo ed omosessuale
una cronaca e un'omissione

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 marzo 2008
Pagina: 19
Autore: Monica R. Sargentini
Titolo: «Ragazzo ebreo torturato nella banlieue»
Un ebreo francese di 19 anni è stato sequestrato e torturato a  Bagneux, nella banlieue parigina, in quanto ebreo e in quanto omossessuale.
Una vicenda che riporta alla memoria quella di Ilan Halimi, sequestrato, torturato e ucciso nel 2006. Anche in quel caso perché ebreo


(si veda il seguente link:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=15577 )

Ecco il testo della cronaca del CORRIERE della SERA:

Torturato, insultato, umiliato. Se l'è vista brutta, qualche settimana fa, un giovane ebreo francese rapito per nove ore da una banda di balordi a Bagneux, nella disastrata banlieue parigina, circoscrizione di Hauts la Seine. La stessa città dove due anni fa trovò la morte Ilan Halimi, 23 anni, anche lui ebreo, sequestrato per tre settimane e torturato fino alla morte dalla cosiddetta «banda dei barbari», capitanata da Youssouf Fofana. Lo scorso 13 febbraio i cittadini si erano ritrovati insieme per commemorare il secondo anniversario della sua morte. E ora l'incubo dell'antisemitismo si riaffaccia. L'amministrazione comunale è cauta e invita a non mettere a confronto i due casi. Ma le analogie sono tante. Come due anni fa, il ragazzo è stato attirato in una trappola e sottoposto a sevizie. Sono le dieci di mattina del 22 febbraio quando il giovane incrocia per la strada due dei suoi aggressori. Li conosce, si fida. Li segue a casa di un loro amico. Ma la situazione degenera rapidamente. Il ragazzo viene accusato di furto. Lui nega con forza. Lo picchiano, lo ammanettano e lo portano in un box dove infieriscono su di lui per nove ore. Gli scrivono sul volto «sporco ebreo» e «sporca checca», lo costringono a ingoiare cicche di sigaretta e a succhiare un preservativo infilato su un bastone. Alle 19,30 il malcapitato viene liberato, si presenta a casa tutto insanguinato e viene ricoverato in stato di choc. Scatta la denuncia. Gli aggressori vengono fermati. Sono sei giovani tra i 17 e i 25 anni, sbandati come tanti altri. Tre di loro sono disoccupati, solo uno ha precedenti penali per violenza. La confessione sarebbe già agli atti. «Gli accusati hanno confermato più o meno l'insieme dei fatti — ha detto a Le Monde Clarisse Grillon, segretaria generale del tribunale di Nanterre —. I sei ragazzi sono accusati di violenza di gruppo per motivi di religione e di orientamento sessuale. Di sequestro, atti di tortura e barbarie».
Ma, secondo gli investigatori, non saremmo di fronte a una banda «organizzata alla Fofana», come si chiama il capo del gruppo che uccise Halimi. È probabile che si tratti di banali imitatori. Gli aggressori, rivela il giornale Le Parisien,
avrebbero fatto più volte il nome di Fofana mentre torturavano il ragazzo ebreo. E questo non può essere un caso. Un duro colpo per Bagneux. «Scioccata e indignata » la sindaca comunista della città Marie-Hélène Amiable ha invitato i cittadini «a riaffermare ogni giorno i nostri valori di solidarietà, tolleranza, rispetto delle differenze, di lotta contro tutte le forme di discriminazione, contro il razzismo, l'antisemitismo e la xenofobia».
La comunità ebraica è in allarme e «invita a non abbassare la guardia». Nonostante gli atti di antisemitismo siano calati del 30% nel 2007, il clima di degrado e violenza delle periferie è sempre un terreno fertile per odi e pregiudizi. In alcuni quartieri delle banlieue la comunità ebraica, minoritaria rispetto alla maggioranza di immigrati di origine maghrebina e africana, viene presa facilmente di mira sia come rivalsa nei confronti della società bianca più fortunata ma anche come riflesso dell'eterna guerra tra israeliani e palestinesi.

La notizia, riportata anche da REPUBBLICA, SOLE 24 ORE, L'UNITA', incredibilmente non compare sulla STAMPA.
Forse è stata ritenuta di poco conto ? Invitiamo i nostri lettori a scrivere al quotidiano torinese chiedendo conto di questa omissione e segnalando la notizia, affinchè sia adeguatamente trattata.


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