Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Guerre simmetriche, non i giudizi 02/03/2008

Guerre simmetriche, giudizi asimmetrici

 

Già il titolo del vostro articolo “ Gaza, guerra nella striscia: strage di bimbi”, del 29 febbraio a firma Paola Caridi (che se non sbaglio scrive anche su Il Riformista) prelude ad un contenuto di parte, fortemente sbilanciato. Tsahal (l’esercito israeliano)lancia un missile che uccide cinque miliziani, poi la reazione dei gruppi armati palestinesi; c’è, di passaggio, un israeliano morto mentre razzi artigianali colpiscono (per la prima volta) la città industriale di Ashkelon (120.000 abitanti, sede di una importante centrale che rifornisce anche Gaza). L’articolo prosegue con la dettagliata descrizione dei morti palestinesi, fra cui alcuni giovani e giovanissimi uccisi mentre giocavano a pallone. Naturalmente l’Unione Europea si dice fortemente preoccupata per l’escalation di violenza che, in considerazione della descrizione, è da attribuire a Israele.

E’ indubbio che in Medio oriente si stia da più di un secolo consumando una tragedia tra due ragioni che non riescono a trovare un punto di equilibrio; è altrettanto certo che il rifiuto arabo a trovare un accordo di spartizione della terra (lo statuto di Hamas dice che neppure un metro quadro di Palestina è disponibile e può essere concesso alla sovranità sionista) impedisce una soluzione razionale riassunta in “Due stati per due popoli”.

Magdi Allam sul Corriere del primo marzo analizza la doppiezza di giudizio nei confronti  dell’esercito israeliano e dell’esercito turco nelle zone kurde. E valutando anche la differenza di vittime delle due guerre (più di 40.000 kurdi contro 6.626 palestinesi nel corso delle due Intifade) giunge alla conclusione che: “dobbiamo prendere atto che c’è un manifesto pregiudizio contro lo Stato ebraico”.

Distinguere i fatti dai commenti è un principio fondamentale di ogni buona stampa, perché se si commentano i fatti attraverso la loro descrizione si sottrae al commento la sua soggettività, peraltro legittima e si confonde la realtà col pregiudizio. E questo è tanto più grave in una situazione come quella israelo-palestinese, dove vanno a confluire antichi pregiudizi antigiudaici, l’antisemitismo europeo (vedi i Protocolli dei Savi anziani di Sion) confluito in un nuovo virulento antiebraismo arabo e islamico, il pregiudizio terzomondista di una sinistra che, orfana del marxismo e del mito sovietico, si aggrappa a mitologie legate ad un filoarabismo visto come il mondo dei dannati della terra, come se il petrolio, parte della finanza internazionale, le enormi ricchezze degli emirati non esistessero.

La rabbia antiisraeliana di una parte della sinistra, la decisione saggia e di grande impatto del Presidente Napolitano di voler inaugurare la Fiera del libro di Torino che vedrà come ospite d’onore Israele, la preparazione della seconda conferenza di Durban che si risolverà in una condanna scontata di Israele, come stato razzista e dell’apartheid, oltre che degli Stati Uniti e dell’Occidente, dovrebbe invitare la nostra stampa ad una maggiore prudenza, prudenza che non significa impossibilità di criticare anche la poliica di Israele, ma capacità di evitare che il morbo malsano dell’antisemitismo che oggi, come ha detto giustamente il Presidente Napolitano, assume le vesti dell’antisionismo, avveleni nuovamente il mondo e provochi  ulteriori tragedie.

 

Guido Guastalla


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui