"Siamo determinati a raggiungere la pace entro l'anno, ma non sono sicuro che ci arriveremo". la dichiarazione del premier israeliano Olmert
Testata: L'Osservatore Romano Data: 27 febbraio 2008 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Sulla pace di Annapolis lo scetticismo di Olmert»
Da L' OSSERVATORE ROMANO del 27 febbraio 2008
Tel Aviv, 26. "Siamo determinati a raggiungere la pace entro l'anno, ma non sono sicuro che ci arriveremo". Con queste parole il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, ha espresso tutto il proprio scetticismo sulle possibilità di raggiungere un accordo con l'Autorità palestinese (Ap) entro la fine dell'anno 2008, come previsto dalle intese di Annapolis. Oggi, a tre tre mesi dalla fine di quel vertice (che dopo sette anni di Intifada ha rilanciato le prospettive di pace), tutto sembra ancora in sospeso. Nonostante gli ultimi segnali fossero stati positivi, con il recente incontro tra Olmert e Abu Mazen a Gerusalemme e l'avvio delle trattative sui temi economici, lo stesso Olmert ha detto che "oggi non c'è un'opportunità migliore di pace". "Noi vogliamo fare tutti gli sforzi possibili per cogliere questa opportunità - ha aggiunto il premier - e siamo determinati a fare un passo da giganti per mettere fine a questo conflitto una volta per tutte". "Negli ultimi giorni - ha aggiunto - abbiamo fatto sforzi eccezionali per risolvere le divergenze con i nostri vicini palestinesi; speriamo quindi di concludere un accordo che conduca a una soluzione con due stati: uno stato palestinese e uno d'Israele". Olmert è arrivato ieri a Tokyo e oggi partecipa a un forum economico e incontra il ministro della difesa giapponese, Shigeru Ishiba. Domani sarà ricevuto dall'imperatore Akihito e avrà incontri con il premier, Yasuo Fukuda, e con il ministro degli esteri, Masahiko Komura. Ieri, nella Striscia di Gaza era prevista una manifestazione di 50.000 persone per una catena umana di quaranta chilometri contro l'embargo israeliano. La partecipazione però è stata molto inferiore alle attese. Vi hanno aderito, infatti, circa 4.500 palestinesi, pochi per unire idealmente - come desiderato dagli organizzatori - Rafah, sul confine meridionale con l'Egitto, e Beit Hanun, a nord. Almeno non si sono registrati gravi incidenti. A scongiurare che la manifestazione degenerasse ci hanno pensato gli stessi agenti della polizia di Hamas che hanno provveduto a impedire ai dimostranti di raggiungere il valico di Erez. I militari israeliani erano stati posti in stato di massima allerta ai valichi con la Striscia. In una nota congiunta il ministro degli Esteri, signora Tzipi Livni, e il ministro della Difesa, Ehud Barak, avevano assicurato che Israele non sarebbe intervenuto "nelle manifestazioni all'interno della Striscia di Gaza", ma che avrebbe difeso "il proprio territorio per prevenire violazioni della sovranità dei propri confini". I comandi avevano dato ordine ai soldati schierati al confine di sparare contro chiunque avesse tentato di sconfinare.
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