Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
"Non potrei più vivere senza Israele" un articolo di Elie Wiesel
Testata: La Repubblica Data: 26 febbraio 2008 Pagina: 1 Autore: Elie Wiesel Titolo: «Quando da piccolo sognavo Israele»
Da La REPUBBLICA del 26 febbraio 2008:
Per il bambino ebreo che è in me, Israele rappresenta un irresistibile richiamo alla speranza, e Gerusalemme un potente canto d´amore. Quando, in Romania, passeggiavo per le strade della mia piccola città appollaiata sui Carpazi, spesso mi immaginavo in qualche luogo della Giudea, seduto su una panca ad ascoltare un Maestro mentre spiegava il mistero delle parole, la forza delle memorie, l´umana sete di miracoli. Con mio nonno, fervente hasid, parlavo in yiddish. Gli piaceva molto insegnarmi i canti hasidici, e più ancora vedermi immerso nello studio di un trattato talmudico. Il suo sogno era di vivere abbastanza a lungo per vederci tutti riuniti in Terra Santa, e lì accogliere il Messia. In realtà, io sognavo il Messia assai più di uno Stato politico ebraico. Poi è successo quello che è successo. Dov´ero il 14 maggio 1944? Ancora nel ghetto. Avevo 15 anni. Il primo trasporto verso l´ignoto, organizzato in fretta, si stava preparando a partire, o era appena partito. Per noi il destino portava la maschera della Morte, di cui il nemico aveva fatto il proprio Salvatore. 14 maggio 1948. Parigi. Israele stava per nascere. Già da tre anni vivevo da apolide in Francia. Da Buchenwald, nel 1945, ero stato liberato dall´esercito americano; un ufficiale mi aveva chiesto dove volevo essere rimpatriato. Come la maggior parte dei miei amici, avevo risposto di voler andare in Palestina; ma a quei tempi il mandato britannico sull´immigrazione ci aveva chiuso le porte. Alla fine, grazie ai francesi dell´Ose, una benemerita organizzazione ebraica di soccorso all´infanzia, fummo accolti in 400 dalla Francia. Mi ricordo. È un venerdì. Le radio di tutto il mondo trasmettono la voce di David Ben Gurion, che legge la Dichiarazione d´Indipendenza del nuovo Stato ebraico. La sera vado alla sinagoga. Esultanza. Gente sconosciuta che condivide gli stessi sentimenti. Ma è proprio vero? Uno Stato ebraico? A soli tre anni dalla più tremenda catastrofe della nostra storia?