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Walter Laqueur Fascismi. Passato, presente, futuro Tropea, pp. 346, €. 21 Q uali sono le prospettive del fascismo nel mondo attuale? È la domanda che si pone lo storico di origine ebraica e tedesco di nascita Walter Laqueur nel saggio cui ha lavorato per oltre dieci anni, Fascismi. Passato, presente, futuro (Tropea, pp. 346, €. 21) e che ci propone una lucida analisi delle varie modalità di essere del fascismo nel passato, per meglio comprenderne il presente e il futuro. «Il fascismo — sostiene — sorge quando infuria una crisi sociale, economica e politica e l'antico ordine non sembra in grado di risolvere i problemi più urgenti». Ma è pur vero che nella sua evoluzione storica il fascismo è sempre stato, innanzitutto, un movimento di protesta e, scrive Laqueur, «il mondo contemporaneo contiene una grande riserva di scontento». Ma se i Paesi occidentali sembra che si siano in certa misura immunizzati contro l'insorgere di nuove forme di fascismo (e questo a prescindere dai partiti o dalle organizzazioni che ad esso si richiamano e che rimangono fenomeni marginali); attualmente sembra che le «migliori possibilità per dottrine e sistemi politici nel solco della tradizione fascista» siano presenti nei paesi più sviluppati del Terzo Mondo, tra quelle nazioni dell'Europa Orientale che sono uscite dall'area di influenza dell'ex Unione Sovietica e, infine, in quelle aree dove si assiste all'ascesa del fondamentalismo religioso. In particolare, in seguito al fallimento dei nazionalismi laici nel mondo arabo, «oggi è venuto il turno dei governi religiosi » dove si possono verificare somiglianze inquietanti tra il fascismo e i movimenti musulmani più radicali: populismo, convinzione di possedere la verità assoluta («La risposta è l'islam»), contrapposizione alla democrazia come tecnica di governo e al liberismo, antisemitismo a carattere aggressivo. Per questi estremisti «l'islam non è solo una religione, ma anche un sistema sociale e politico onnicomprensivo», da cui è vietato deviare e che non è possibile cambiare o riformare. Pur non avendo un Führer unico, esiste pur sempre un leader spirituale (o una leadership collettiva). In questi Stati, continua Walter Laqueur, non c'è un partito politico che abbia il monopolio del potere, «ma la moschea incarna la medesima funzione per quanto attiene alla mobilitazione delle masse e all'indottrinamento ideologico». Possiamo certificare conclude, che le dittature «islamo-fasciste» non scompariranno dalla faccia della terra e perciò la sopravvivenza delle libertà e delle istituzioni democratiche in questa nuova era resta «in equilibrio precario come non mai». Walter Laqueur, tedesco, 87 anni, è uno dei più importanti studiosi mondiali del fenomeno terroristico Frediano Sessi Corriere della Sera |
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