E' apparso di recente nelle librerie un libro di E.Morin dedicato alla questione ebraica e al mondo moderno. Non entro qui in una disamina critica dell'intero volume,cosa impossibile per motivi di spazio. Mi limito a osservare ciò che l'Autore,alla fine del suo libro,propone come "giusta soluzione".
Innanzitutto egli pretende che gli Israeliani chiedano perdono,fidando nella lunga "tradizione" che ci sarebbe nel mondo arabo in questo senso. Perciò,tanto per cominciare,Israele dovrebbe autoumiliarsi chiedendo perdono a testa chian e magari con la cenere sulla testa.
Secondo punto:l'Autore chiede che venga bloccata l'immigrazione in Israele,così da evitare,dice lui,un troppo grande squilibrio tra la popolazione ebraica e quella araba. A parte il fatto che tutti sanno che la popolazione araba ha un tasso di incrmento demografico superiore a quello degli Ebrei,con tutte le conseguenze che questo comporta, una tale proposta significherebbe tagliare fuori Israele dal resto della Diaspora.
Terzo punto:l'Autore,pur fingendo di accettare Israele come stato autonomo,propone un rientro dei profughi,magari graduale,e sottoposto al vaglio di pretese commissioni miste. A parte il fatto che viene da sorridere al pensiero di queste commissioni miste,dove la parte ebraica verrebbe a dir poco sottoposta a pressioni di ogni genetre, questo significherebbe naturalmente affogare gli Israeliani in un oceano di Arabi,con tutte le conseguenze facilmente immaginabili.
Tutto questo significhetrebbe, ovviamente,la fine di Israele,cosa che a quanto pare andrebbe benissimo al signor Morin.
Il carattere insultante di questa "nobile proposta" sta nel fatto che essa presuppone l'assoluta stupidità della controparte ebraica: chiunque infatti si rende conto che uno Stato di Israele umiliato dalla "richiesta di perdono",inondato di Arabi e privo di contatti con la Diaspora (immigrazione,intendo dire) sarebbe automaticamente condannato a sparire,con grande gioia di Illan Pappe e dei trotzkisti del Matzpén (La Bussola),partito dell'estrema sinistra israeliana.
Sarebbe bene domandare,con il grande Totò:"Ma scusi,signor Morin,Lei ci fa o ci sta?". E qui posso appellarmi proprio a uno come David Grossman,il cui atteggiamento è sempre caratterizzato da tanta buona volontà e disponibilità verso la controparte araba: in un articolo apparso poco tempo fa su "Repubblica" Grossman riconosceva senza mezzi termini che,in una situazione del genere,nel giro di pochissimo tempo gli Arabi diventerebbero maggioranza,in israele,e gli Ebrai minoranza. E qui,in un sussulto di realismo,Grossman scrive testualmente."E allora no,grazie,non ci tengo a diventare minoranza".
Lo ha capito David Grossman. Ma finge (o fingeva?) di non capirlo l'intellettuale Morin...
lettera firmata
Di Edgar Morin, campione dell'odio di sè, forse non varrebbe nemmeno la pena parlare. La sua lettera, però, smonta perfettamente la sua presunta "ragionevolezza" e smaschera la sua radicale ostilità a Israele.
Grazie, cordiali saluti
redazione IC