L'antisemitismo del boicottaggio antisraeliano della Fiera del libro un articolo di Marek Halter
Testata: Libero Data: 19 febbraio 2008 Pagina: 26 Autore: Marek Halter Titolo: «In Italia troppi complici di Ahmadinejad»
Da LIBERO del 19 febbraio 2008, che lo pubblica per concessione dell'editore Spirali, un articolo di Marek Halter:
Boicottare o meno la letteratura israeliana, ecco la questione che scuote l’intellighenzia italiana. Avendo passato qualche giorno nel Paese di Dante, a Milano, dove ho presentato il mio libro "La mia ira"(edito da Spirali, ndr), sono inorridito alla lettura dei giornali. Come potevo soffocare la mia rabbia davanti a coloro che in questo inizio del XXI secolo nella nostra vecchiaEuropa combattono ancora contro i libri! Io sono nato nella memoria. La memoria fu la mia culla. Zakhor, abbi memoria, questa è la parola che ha dato il ritmo alla mia infanzia. Abbi memoria del fatto che il male esiste e che si può manifestare in ogni momento. Nella Bibbia, il male che ci minaccia è rappresentato da un popolo distruttore: Amalek. Popolo multiplo, domani Amalek può assumere il viso del nostro cugino. Può anche trascinare nella sua scia degli uomini di buona volontà. Per stupidità o per ignoranza. Quando un gruppo di Torino, che ruota attorno al filosofo Gianni Vattimo, ha appoggiato il boicottaggio degli scrittori israeliani invitati d’onore alla Fiera del Libro a Torino - gli stessi che in seguito ritroveremo al Salone del Libro di Parigi? - a cosa pensava? Ai Palestinesi? A quelli che vogliono un proprio Stato accanto a quello di Israele,o a quelli che vogliono la distruzione di Israele come gli islamisti di Teheran e dell’Afghanistan e il loro ideologo, Tariq Ramadan? Il male che un grande personaggio semina, dice la saggezza greca, cresce sulla testa dei bambini. Non sorprende quindi che studenti universitari negazionisti , così incoraggiati dagli anziani, abbiano resa pubblica una lista di professori ebrei o «sionisti ». La prima lista di condannati alla deportazione? La pratica delle denunce così cara ai sistemi totalitari che io ho conosciuto durante la mia infanzia - il nazismo e lo stalinismo - non è affatto morta! L’idea del boicottaggio ha fatto il giro dell’Italia. Questa "idea geniale" che consiste nel punire una letteratura per la politica di un governo ha sedotto un gran numero di intellettuali. Immaginiamo il boicottaggio dei libri di un Gore Vidal, di un Philip Roth o di un Norman Mailer a causa della guerra del Vietnam. Immaginiamo il boicottaggio di un Sartre, di un Camus, di una Simone de Beauvoir a causa della guerra d’Algeria. Tanto più che, come fu nel caso degli scrittori americani e francesi, gli autori israeliani invitati alla Fiera del Libro di Torino quali anche lui non-credente che difende Amos Oz, A.B. Yehoshua o David Grossman, sono precisamente coloro che si battono per i diritti dei Palestinesi. Chateaubriand aveva compreso che il popolo ebreo era sopravvissuto fino ai giorni nostri grazie al suo radicamento nel Libro. Un popolo può sparire se lo si strappa alla sua terra.Un libro, invece, si trasporta da un esilio all’altro. La Bibbia ha mantenuto l’identità di quegli ebrei perseguitati e dispersi attraverso i continenti e i secoli. Di conseguenza, tutti coloro che volevano la morte degli Ebrei sono stati indotti a cominciare con il distruggere i loro libri. Fu così nell’anno 43 della nostra era ad Alessandria sotto Caligola, il primo antisemita moderno, oppure durante il regno di Luigi IX che nel XIII secolo fece bruciare dei carretti carichi di Talmud in place de Grève a Parigi, o ancora due secoli più tardi all’epoca dell’Inquisizione spagnola, e fino agli autodafé nazisti. All’indomani della notte dei cristalli, interrogato sulle conseguenze di questi roghi di libri ebrei Sigmund Freud rispose: «Dopo i libri, saranno gli ebrei a bruciare». Qualche giorno fa in una conversazione su Le Monde, il presidente iraniano Ahmadinejad ha affermato ancora una volta la sua volontà di far sparire lo stato d’Israele. Far sparire la sua letteratura, sarà questo il primopasso? Ci saranno sempre degli intellettuali complici di una tale ignominia.
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