Dai tempi della scuola mi veniva descritta come una delle conquiste più importanti della rivoluzione francese l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte ad un'unica legge. Era la fine dei diritti particolari, di origine mediovale, per i quali i nobili venivano giudicati in quanto tali, il clero pure e così via per ogni categoria. Era un concetto, un caposaldo, che lo studente doveva aver bene chiaro per comprendere l'età contemporanea. Si ricorda che tale concetto sussiste tuttora nell'Islam dove la sharia sarebbe legge solo per i suoi confessi e non per gli appartenenti ad altre religioni. Non dimentichiamo che una delle mosse principali del nazismo agli esordi fu quello di alienare gli ebrei dal diritto nazionale tedesco. Gli stessi ghetti erano formalmente soggetti allo Judenrat ed erano "formalmente" autonomi. Questa differenza venne puntualizzata più volte e difatti il nazismo fu la negazione dello stato moderno. I padri fondatori della nascita dello stato di Israele avevano chiarissimo il concetto, tanto che non esistono diversi diritti per i cittadini israeliani di diverse confessioni. L'uguaglianza dei cittadini e del diritto è un cardine irrinunciabile. Invece ne è la negazione la proposta dell'Arcivescovo di Canterbury di far valere alcune parti della sharia ad uso dei cittadini islamici, strada pericolosa che sottende ad una disgregazione di quelle idee affermatesi con la proclamazione dei diritti dell'Uomo. Quindi secondo me tale iniziativa andava maggiormente stigmatizzata e non andava considerata una semplice boutade. lettera firmata