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Barbara Spinelli, Sarkozy e la memoria della Shoah 18/02/2008
Riportiamo le lettere dei lettori sull'articolo di Barbara Spinelli riportato e commentato da Informazione Corretta a questo link

http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=6&sez=120&id=23541

Signora Spinelli,
la lettura del suo articolo di domenica mi ha lasciato stupefatto vedendo
con quale sicumera lei lo ha affrontato senza rendersi conto che anche gli
altri possono avere un'intelligenza, e quindi possono permettersi di avere
un'opinione diversa dalla sua.
Solo chi ha incontrato persone scampate ai campi può, e solo in cuor suo,
pensare di avere una piccolissima idea di quel che passa nella loro mente;
ma non per tale ragione può permettersi neanche di riportarne le opinioni.
E solo chi si è confrontato coi giovani e coi giovanissimi su questo tema
può pensare, in cuor suo, di sapere come affrontare questo argomento. Ma
sempre dovrà avere l'umiltà di ammettere che non vi è una modo solo.
Ma lei no, certissima, come sempre, delle sue idee, al punto da non esimersi
dall'insulto per chi la pensa in altro modo (Sarkozy è così "capriccioso",
"ridicolo", "dittatore", "squilibrato", e la sua iniziativa "è impregnata di
ignoranza").
E invece, signora Spinelli, anche questa volta, e di nuovo su un argomento
che tocca noi ebrei (sarà un caso?) sono in assoluto contrasto con le sue
parole.
Il tema della shoah non può essere taciuto, e, in particolare, non può
proprio nei confronti dei giovani, che sono nell'età nella quale la scuola
deve inculcare quei valori di morale, di significato del bene e del male,
che sempre più tendono a dissolversi col tempo. E coi giovani, a mio
"modesto parere", serve fare dei discorsi semplici, cercando di entrare nel
loro mondo, che non può essere quello dei discorsi aulici, impregnati di
filosofia. E tanti insegnanti, che anch'io ho avuto modo di incontrare,
questo lo hanno capito benissimo, e come conseguenza i loro allievi
dimostrano di essere pronti a questa esperienza.
Lei vorrebbe forse imitare quelle università, come quelle del Kentucky, che,
per non offendere chi disconosce perfino la veridicità della shoah, ne hanno
deciso la cancellazione dai programmi. Ma questo lei dovrà ammettere che
qualcuno possa non accettarlo.
Un'ulteriore osservazione desidero fare al suo articolo: ma non si rende
conto che anche la scelta delle espressioni (gasato, bambini da assegnare)
non è delle più appropriate? Anche alle sue parole si può rispondere come
lei fa nella sua chiusura a Sarkozy; "crudele capriccio di chi giocherella
senza sapere quel che ricorda".

Emanuel Segre Amar

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Egregio direttore,

 

        La Barbara e’ proprio cattiva...  

 Dopo aver letto quel suo articolo sulla Stampa, non mi abbandona ancora il senso di nausea per l’abuso, di tutte quelle parole malate, usate ad effetto, solo per far presa sul lettore, e per adescarlo morbosamente con le parole piu’ che con le sue grazie. Ma pur sempre di meretricio, si tratta!   

          

Piera Prister

 

Post scriptum

 

Riporto le parole estrapolate dall'articolo, sempre a proposto di bambini:  

 

“Bambini gasati”

“ E’ precipitato nella voragine della soluzione finale”

“Deportati ed inceneriti”

Un coetaneo gettato nei forni”

“Il piccolo Rom finito nei forni”

“ Macelleria”

“Littel” citato e stracitato anche da altri …

  Se questo non e’ il gusto folle e morboso per il macabro, ditemi voi che cos’e’ ?  

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Gentile signora Spinelli,
ho letto il suo articolo infiammato contro la proposta di Sarkozy. Avrei desiderato parole altrettanto dure per tante orribili ingiustizie quotidiane (che so, la strage dei Montagnard vietnamiti durante la Pasqua di qualche anno fa mentre erano riuniti in pubblica preghiera; o la sparizione degli studenti iraniani dopo le proteste nelle università; le donne sfregiate con l'acido quasi quotidianamente in Pakistan e Bangladesh; gli aborti su larga scala dei feti indiani se di sesso femminile ...). Se però la memoria mi tradisce, mi scuso fin d'ora.
Ma torniamo alla proposta Sarkozy: fin da quando ero piccola (sono nata nel 1958) sono venuta a conoscenza del martirio del nonno materno, ucciso dai fascisti perché un fervente repubblicano, e delle persecuzioni subite in seguito dalla nonna e dai suoi tre bambini (una handicappata, una di dieci anni - mia madre - e uno neonato). E dei compagni del mio babbo, morti in guerra. E  dello zio che falsificò i documenti per andare minorenne alla Grande Guerra e morì sul Podgora per lasciare l'ultima barella al suo attendente.
Fin da piccina, sentendo raccontare di quelle morti, ho scoperto che la violenza cieca, la guerra, la malvagità non sono solo nelle favole, non colpiscono solo gli altri ma possono fare improvvisamente irruzione nella tua vita e stravolgerla. Forse è stato tutto questo che mi ha reso sensibile molto presto verso le sofferenze degli altri, ovunque siano, nello spazio e nel tempo.
E' proprio sicura che per un bambino 'sapere' certe cose sia dannoso? C'è modo e modo di parlarne a un bambino, la differenza è tutta qui. Ma io penso che rendere i bambini consci che molti loro coetanei sono stati uccisi o soffrono o vengono privati del minimo indispensabile non sia un crimine: e sapere soprattutto che la prima alleata della malvagità è la nostra indifferenza può renderli adulti migliori.
Distinti saluti
Francesca Sgorbati Bosi

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Non mi piace quel che ha scritto la Spinelli ma l'idea mi sembra pessima. Abbiamo bisogno di memoria e di storia. Una memoria che sia saldamente ancorata alla storia. Mi capita di andare nelle scuole a tenere conferenze e per i ragazzi lo sterminio galleggia in una sorta di vuoto storico. Questo non aiuta a trasmettere la memoria di quello che è accaduto. Molto meglio far consultare loro il sito di Spilberg o similia che "costringerli" ad adottare un amichetto immaginario assassinato. Non so mi sembra anche una cosa un po' dissacrante nei confronti degli assassinati. E' stato un massacro, un orrendo schifoso massacro, con responsabilità che hanno nomi e cognomi. Non si riaccomoda la storia con una botta di buonismo. Le intenzioni saranno pure buone, a me però non piacciono.
lettera firmata

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Ho letto l'ultima sortita di Barbara Spinelli e devo dire che,  al di là del contenuto è il tono ad infastidirmi. Sembra scrivere in preda ad una crisi di nervi e sfoga tutta la sua frustrazione su un'iniziativa,quella di Sarkozy,che non ha nulla a che vedere con la prevaricazione o la prepotenza napoleonica di cui lo accusa. Probabilmente la signora Spinelli ha bruciato l'arrosto o sbagliato la lavatrice.

Un'altra cosa avrei da dire sull'iniziativa proposta da Sarkozy:i reduci dai campi di sterminio,cioè coloro che hanno visto il Male Assoluto in faccia,sono tutte persone non più giovanissime e quando verranno a mancare dovremo continuare a tenere viva la memoria di ciò che è stato.E' bene che i più giovani raccolgano il testimone e lo portino avanti,credo che vada letta in questo senso l'iniziativa di Sarkozy.  Quello che mi disturba di più è però la reazione che stanno avendo le maestre e i maestri di Francia:dichiarano in continuazione che questa iniziativa equivale ad imporre una storia "di stato".  Perchè,parlare della Shoa per loro è un optional? Lidisturba psicologicamente doversi confrontare con il passato? Oppure hanno paura delle reazioni della comunità islamica francese? O son diventati tutti negazionisti?

Elisa Cali


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