mercoledi` 23 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.02.2008 Ritornano in Russia i gulag di triste memoria sovietica
Il rapporto di Lev Ponomarev che ci svela “di che lagrime grondi e di che sangue” l’era di Vladimir Putin

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 febbraio 2008
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Ritornano in Russia i gulag di triste memoria sovietica»

 

Russia, Cina, Arabia Saudita e Cuba sono i paesi classificati tra i peggiori dei peggiori, fra i 47 membri del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu di Ginevra, che dal marzo 2006, vergognosamente ha fatto passare ben 12 risoluzioni su tredici contro Israele che e’ una democrazia, ma nemmeno una contro le dittature  islamo-nazi-fasciste o contro paesi in cui vengono sistematicamente violati i Diritti Universali dell’Uomo, come in Russia.

 Vediamo quello che sta accadendo in questo paese, al confine con la Manciuria, in una colonia di correzione penale .

 Dal rapporto inviato da Lev Ponomarev- fondatore della “Foundation for Defence of Rights of Prisoners”- Fondazione per la Difesa dei Diritti dei Prigionieri- di Mosca- al “The Wall Street Journal”, pubblicato il 12 febbraio 2008, in un articolo di Bret Stephens intitolato “Putin’s Torture Colonies” veniamo a conoscenza dell’esistenza di almeno 50 luoghi penali di detenzione in cui si pratica la tortura, dal confine con la Manciuria alla Carelia, e delle condizoni disumane e crudeli in cui vengono fatti vivere i detenuti nella colonia penale n.5 che non e’ la peggiore, in un territorio russo vicino alla Manciuria, esattamente ad Amur Oblast, Skovorodino Rayon, nel villaggio di Takhtamygda- dove, nel gennaio 2008, i prigionieri nudi e a temperature glaciali sono stati brutalmente bastonati da guardie, in tuta mimetica e maschera; il 16 gennaio, trentanove di loro, per protesta, subito dopo, hanno tentato di togliersi la vita per dissanguamento, tagliandosi le vene.

Il giorno dopo i carcerieri  hanno ripetuto la stessa scena ancora piu’  brutalmente con pestaggi  piu’ selvaggi e sempre al freddo glaciale. Il di’ seguente altri 700 detenuti si sono recisi le vene. “Questo sta accadendo nella Russia di Vladimir Putin e non nella Russia di Alexander Solzhenitsyn” scrive l’editorialista.  

 La crudelta’ verso i prigionieri inizia anche prima della loro sentenza di condanna, infatti nei tribunali vengono ammassati i sani insieme ai malati di tubercolosi, in una piccola stanza senza bagno e tenuti la’ in piedi per ore ed ore, in mezzo ai loro liquami. Nel rapporto e’ citato il caso di un prigioniero, Zurab Baroyan della colonia IK-1 vicino al villaggio di Yagul, nella repubblica di Udmurt a 500 miglia ad est di Mosca con una gamba rotta che ha avuto il coraggio di denunciare i maltrattamenti ad un rappresentante di “Human Rights of the Russian Federation”- Diritti Umani della Federazione Russa- e per punizione e’stato relegato a marcire nei sotterranei della prigione, con il risultato che il pus e la suppurazione si sono estese all’altra gamba.

Ci sono altri casi di disperazione tra i detenuti, uno di nome Fargiyev che, dopo essersi pugnalato, e’ stato tenuto in manette per 52 giorni ed altri tenuti bagnati per una settimana alla temperature di 50 gradi Fahrenheit. Ed altri ancora che tentano il suicidio in modi rudimentali e falliscono, aumentando e prolungando le loro sofferenze.
Piera Prister


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT