Russia, Cina, Arabia Saudita e Cuba sono i paesi classificati tra i peggiori dei peggiori, fra i 47 membri del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu di Ginevra, che dal marzo 2006, vergognosamente ha fatto passare ben 12 risoluzioni su tredici contro Israele che e’ una democrazia, ma nemmeno una contro le dittature islamo-nazi-fasciste o contro paesi in cui vengono sistematicamente violati i Diritti Universali dell’Uomo, come in Russia.
Vediamo quello che sta accadendo in questo paese, al confine con la Manciuria, in una colonia di correzione penale .
Dal rapporto inviato da Lev Ponomarev- fondatore della “Foundation for Defence of Rights of Prisoners”- Fondazione per la Difesa dei Diritti dei Prigionieri- di Mosca- al “The Wall Street Journal”, pubblicato il 12 febbraio 2008, in un articolo di Bret Stephens intitolato “Putin’s Torture Colonies” veniamo a conoscenza dell’esistenza di almeno 50 luoghi penali di detenzione in cui si pratica la tortura, dal confine con la Manciuria alla Carelia, e delle condizoni disumane e crudeli in cui vengono fatti vivere i detenuti nella colonia penale n.5 che non e’ la peggiore, in un territorio russo vicino alla Manciuria, esattamente ad Amur Oblast, Skovorodino Rayon, nel villaggio di Takhtamygda- dove, nel gennaio 2008, i prigionieri nudi e a temperature glaciali sono stati brutalmente bastonati da guardie, in tuta mimetica e maschera; il 16 gennaio, trentanove di loro, per protesta, subito dopo, hanno tentato di togliersi la vita per dissanguamento, tagliandosi le vene.
Il giorno dopo i carcerieri hanno ripetuto la stessa scena ancora piu’ brutalmente con pestaggi piu’ selvaggi e sempre al freddo glaciale. Il di’ seguente altri 700 detenuti si sono recisi le vene. “Questo sta accadendo nella Russia di Vladimir Putin e non nella Russia di Alexander Solzhenitsyn” scrive l’editorialista.
La crudelta’ verso i prigionieri inizia anche prima della loro sentenza di condanna, infatti nei tribunali vengono ammassati i sani insieme ai malati di tubercolosi, in una piccola stanza senza bagno e tenuti la’ in piedi per ore ed ore, in mezzo ai loro liquami. Nel rapporto e’ citato il caso di un prigioniero, Zurab Baroyan della colonia IK-1 vicino al villaggio di Yagul, nella repubblica di Udmurt a 500 miglia ad est di Mosca con una gamba rotta che ha avuto il coraggio di denunciare i maltrattamenti ad un rappresentante di “Human Rights of the Russian Federation”- Diritti Umani della Federazione Russa- e per punizione e’stato relegato a marcire nei sotterranei della prigione, con il risultato che il pus e la suppurazione si sono estese all’altra gamba.
Ci sono altri casi di disperazione tra i detenuti, uno di nome Fargiyev che, dopo essersi pugnalato, e’ stato tenuto in manette per 52 giorni ed altri tenuti bagnati per una settimana alla temperature di 50 gradi Fahrenheit. Ed altri ancora che tentano il suicidio in modi rudimentali e falliscono, aumentando e prolungando le loro sofferenze.
Piera Prister