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Il Manifesto Rassegna Stampa
13.02.2008 Israele e Iran: la realtà capovolta da Michele Giorgio
per il giornalista del quotidiano degli ayatollah è il regime degli ayatollah ad essere minacciato

Testata: Il Manifesto
Data: 13 febbraio 2008
Pagina: 11
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Olmert a Berlino mostra i muscoli: contro l’Iran valide tutte le opzioni»
Michele Giorgio sul MANIFESTO del 13 febbraio 2008 presenta l'allarme lanciato dal premier israeliano Olmert sul programma nucleare iraniano come "un nuovo pesante avvertimento", lanciato in "Germania, il più fedele e accondiscendente degli alleati europei" di Israele.

Alla realtà di un regime che effettua test missilistici, che investe ingenti  risorse nel programma nucleari pur essendo unod ei maggiori produttori di petrolio al mondo, che nasconde la vera natura dei procedimenti in atto nelle sue centrali all'Aiea e alla comunità internazionale e che minaccia di cancellare Israele dalla carta geografica, il quotidiano comunista sostituisce un quadro immaginario nel quale è Israele a "mostrare i musculi" aggressivamente e a minacciare la pace.

Ecco il testo dell'articolo:

Dalla Germania, il più fedele e accondiscendente degli alleati europei, Ehud Olmert ha lanciato ieri un nuovo pesante avvertimento all’Iran. Il premier israeliano ha detto che se le sanzioni internazionali non indurranno Teheran a fermare il suo programma nucleare - che secondo Tel Aviv e Washington avrebbe l’obiettivo di produrre bombe atomiche e non elettricità - allora lo Stato ebraico non scarterà alcuna «opzione». E visto che l’Iran non sembra avere alcuna intenzione di mettere fine al suo programma nucleare, Israele è pronto a mandare i suoi cacciabombardieri all’attacco, possibilmente con l’approvazione dell’alleato americano. «Noi siamo certi che gli iraniani sono impegnati in un programma serio, in parte clandestino, per acquisire capacità non convenzionali», ha detto Olmert durante una conferenza stampa con il cancelliere tedesco Angela Merkel, a conclusione di due giorni di colloqui. «Niente cambierà questa nostra convinzione» ha aggiunto, con un chiaro riferimento al recente rapporto dei servizi segreti americani secondo i quali l’Iran ha sospeso nel 2003 il suo programma di produzione di armi nucleari. Il pericolo di una nuova guerra - Teheran reagirà certamente ad un attacco - non solo è reale ma anche imminente, perché Tel Aviv sa che una sua operazione militare troverebbe in George Bush un appoggio mentre non sono ancora del tutto chiare le posizioni sulla questione iraniana di alcuni dei principali candidati alla presidenza Usa, a cominciare dall’astro nascente Barack Obama. Olmert - alla guida del solo paese del Medio Oriente che possiede la bomba atomica - ha cercato di convincere Angela Merkel ad adottare una linea ancora più dura nei confronti dell’Iran, col quale la Germania ha intensi rapporti commerciali. Uno sforzo pagante poiché Berlino sembra spostarsi su posizioni di aperto sostegno a nuove sanzioni contro l’Iran. A gennaio la Germania ha aderito alla proposta dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per una risoluzione più pesante contro Teheran. Nei colloqui con la Merkel è stata inoltre discussa anche la fornitura a Israele di altri sommergibili convenzionali costruiti in Germania, della classe Dolphin, in grado di lanciare missili a testate nucleari. Nel 2006 Israele ha chiesto inoltre due sottomarini Dolphin potenziati, U212, capaci di operare a grandi distanza e di rimanere per settimane sotto la superficie del mare e, quindi, schierabili nell’area del Golfo. Ma a Berlino Olmert ha fatto davvero il pieno, perché la Merkel ha sposato in pieno la linea di Israele nella questione di Gaza. «Ritengo che il fatto che a Gaza ci sia il terrorismo sollevi la questione di come rispondere e come fermare Hamas», ha detto il cancelliere tedesco, «la situazione umanitaria è difficile ma prima di tutto (i palestinesi) devono smettere di colpire le città israeliane». Olmert ha ribadito che «il governo israeliano è determinato a rispondere alla sfida del terrorismo da Gaza con tutti i mezzi possibili». A suggellare il successo del viaggio è infine giunto l’annuncio che il prossimo 17 marzo si terranno le prime «Speciali consultazioni governative tedesco-israeliane». La Merkel conferma l’appoggio tedesco incondizionato a Israele e chiude gli occhi davanti a ciò che accade a Gaza e nel resto dei Territori occupati, in particolare a Gerusalemme Est, la zona araba della città occupata nel 1967. Il ministro per l’edilizia Zeev Boim ha annunciato che saranno indette gare per la realizzazione di 1.100 appartamenti per israeliani a Gerusalemme Est, 370 unità nell’insediamento colonico di Har Homa e altri 750 in quello di Pisgat Zeev.

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