sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Luciano Tas
Le storie raccontate
<< torna all'indice della rubrica
Berlino 1936: una foto che induce alla riflessione 12/02/2008

Sul Corriere della Sera dell’11 febbraio si poteva vedere una curiosa foto accompagnata da una altrettanto curiosa didascalia.

La foto mostra una squadra di calcio in completo bianco che dal campo saluta il pubblico alzando il braccio destro teso e parallelo al suolo. Si trattava della squadra inglese all’Olimpiade di Berlino del 1936. "I dirigenti inglesi" si legge in didascalia "costrinsero la nazionale di calcio a fare il saluto nazista".

L’episodio era pochissimo noto. Peccato perché, come a volte le vignette dei disegnatori (anche) satirici costituiscono le sintesi estreme di lunghi articoli di fondo, così una foto come quella proposta dal Corsera, accompagnata da una didascalia esplicativa di una decina di parole, costituisce un lungo saggio di storia contemporanea.

Vediamo. Il 1936 è l’anno in cui Hitler dichiarava decaduto l’accordo che prevedeva la smilitarizzazione della Renania, imposto alla Germania con il Trattato di pace di Versailles del 1919, dopo la prima guerra mondiale.

La Renania era stata occupata dagli anglo-francesi fino al 1930, ma al loro ritiro la Germania era obbligata a rispettare gli accordi, e non importa qui stabilire se quel Trattato era o non era inutilmente duro con gli sconfitti. Gli accordi si discutono, si contestano, ma si rispettano.

Nel 1936 Hitler aveva cominciato a violare i patti. Anzi, aveva incominciato a violarli nel 1934 quando tentò un colpo di mano per impadronirsi dell’Austria (gli sarebbe riuscito nel 1938). Il colpo di mano abortì perché al bluff di Hitler (che in quegli anni non sarebbe stato in grado di affrontare una guerra contro Francia e Gran Bretagna) si era opposto il controbluff di Mussolini che dirottava alla frontiera con l’Austria alcune forze italiane dislocate in Veneto. E questo bastò per dissuadere Hitler. Ma non bastò per indurre le potenze alleate a reagire a loro volta militarmente.

Un nuovo e limitato intervento anglo-francese sarebbe costato poche centinaia di perdite umane, ma avrebbe segnatoo la fine di Hitler e del suo nazismo.

La rimilitarizzazione della Renania da parte tedesca e l’avvio della costruzione della linea fortificata Sigfrido al confine con la Francia costituiva qualcosa di più di un bluff andato male, rappresentava un vero e proprio casus belli.

Francesi e britannici avevano qualche buon motivo per cercare di evitare un nuovo conflitto: le loro perdite nella prima guerra mondiale erano state enormi, troppe per aggiungerne altre a meno di venti anni dalla fine di quella guerra. Ma il programma della Germania nazista non era un segreto: Hitler lo aveva molto dettagliatamente formulato nel suo Mein Kampf, ed era in pratica una dichiarazione di futura guerra allo scopo di garantire alla Germania un lebensraum, "spazio vitale", come lo avrebbe poi chiamato per imitazione anche Mussolini, che comprendeva l’Europa e altro ancora, previa distruzione degli ebrei e riduzione in schiavitù dei popoli slavi.

La risposta francese e inglese non solo non fu almeno energica, ma faceva trasparire un certo compiacimento per il nazismo, anche perché in Francia le simpatie per il dittatore e il nazismo erano almeno pari a quelle per l’Unione Sovietica e il comunismo.

Per illustrare questa atmosfera di appeasement, che doveva portare a una seconda guerra mondiale con i suoi 55 milioni di morti, nulla può essere più eloquente della foto dei giocatori della nazionale inglese sull’attenti che fanno il saluto nazista per ordine dei loro dirigenti sportivi. Una foto di "pace senza se e senza ma".

 

Luciano Tas

 


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT