Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
"Nazione (o Stato) di Tel Aviv" un' espressione errata, usata sistematicamente da Massimo Novelli
Testata: La Repubblica Data: 11 febbraio 2008 Pagina: 9 Autore: Massimo Novelli Titolo: «Fiera del libro, allarme degli ebrei Rischiamo un altra notte dei cristalli»
Massimo Novelli nelle su cronache sulla Fiera del libro e sul boicottaggio antisraeliano contro di essa, ha usato sistematicamente l'espressione "Stato di Tel Aviv" per indicare Israele. Nella cronaca dell'11 febbraio, che riguarda l'allarme sull'antisemitismo dato Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, utilizza invece "nazione di Tel Aviv". La capitale di Israele è Gerusalemme, non Tel Aviv. In ogni caso, non si capisce perché non scrivere semplicemente "Israele", "Stato degli ebrei", o anche "Stato ebraico".
L'uso sistematico delle espressioni scelte da Novelli sembra in realtà essere l'ostentazione di una presa di posizione politica. Quella che nega il diritto di Israele a mantenere Gerusalemme unita, come sua capitale.
Ecco il testo dell'articolo:
TORINO - Sono state subito cancellate le scritte contro Israele apparse sabato sui muri esterni del complesso del Lingotto, che a maggio ospiterà la Fiera internazionale del libro, e proseguono le indagini per cercare di individuare i responsabili. Non cessano, tuttavia, le forti preoccupazioni per il minacciato boicottaggio della manifestazione, a causa della presenza come ospite della nazione di Tel Aviv, e per l´ondata di antisemitismo che l´accompagna. Ieri, da Parigi, Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, ha lanciato un vibrato allarme: «All´orizzonte vedo la possibilità di una seconda Notte dei Cristalli». Vale a dire quanto avvenne in Germania fra il 9 e il 10 novembre del 1938, quando le bande naziste diedero alle fiamme i locali degli ebrei e le sinagoghe, uccidendo circa duecento persone. Fu l´inizio della persecuzione che sarebbe sfociata nella «soluzione finale» e nei lager di sterminio. Kantor ha fatto riferimento alla campagna contro il salone torinese, così come alla lista nera dei professori ebrei, o amici di Israele, comparsa su Internet. «Quanto è successo in Italia - ha detto il presidente del Congresso - rappresenta un andamento che ricorda quello che successe 70 anni fa. I dirigenti dell´ebraismo europeo hanno preso posizione sul boicottaggio alla partecipazione di Israele alla Fiera del libro: «È un attacco discriminante ed intollerabile, volto a colpire non la politica di un governo ma un popolo». Un appello al capo dello Stato Giorgio Napolitano, affinché prenda parte alla fiera di Torino e agisca contro il boicottaggio, arriva poi da un gruppo di intellettuali, giornalisti ed esponenti politici italiani di differenti schieramenti. Firmato da Khaled Fouad Allam, Lisa Palmieri Billig, Giuseppe Caldarola, Fabrizio Cicchitto, Luigi De Salvia, Arturo Diaconale, Rodolfo Falvo, David Meghnagi, Carmine Monaco, Roberto Natale, Valentino Parlato e Franco Siddi, il documento si sofferma «sull´inquietante tentativo di trasformare un momento importante di dialogo fra le culture, quale dovrebbe essere l´incontro tra scrittori, in un tribunale contro lo stato di Israele e l´intero popolo ebraico. La letteratura è espressione di libertà: impedirne la libera voce è il primo passo verso la deriva del totalitarismo». La minaccia di boicottaggio, invece, «fa da sfondo a un antisemitismo che si alimenta del conflitto mediorientale e ha come oggetto la demonizzazione dello stato di Israele». Anche a Torino si stanno mobilitando contro il rigurgito antisemita, oltreché contro il tentativo di trasformare la kermesse libraria di maggio in «un linciaggio» per Israele. A parlare di «linciaggio», anziché di una rassegna di cultura, quale è, improntata al confronto, è lo scrittore iracheno Younis Tawfik, che per le sue posizioni di apertura è stato recentemente minacciato. L´intellettuale, che da molti anni vive nel capoluogo piemontese, ha promosso per stasera, presso un centro italo-arabo, un incontro fra i vertici della Fiera del libro e alcune associazioni palestinese e arabe. Tutto ciò con lo scopo di contribuire alla fine delle polemiche e, soprattutto, di far capire che il salone del Lingotto è un´occasione di pace e di dialogo, non un tribunale o una sede politica.