Successe nal 2005, all'Università di Torino. Lo ricorda la prof. Daniela Santus, suo malgrado protagonista di come gli odiatori di Israele intendano il concetto di libertà di parola. Inviatiamo anche a dare un occhiata ai siti web che segnala, certi orrori è bene conoscerli per combatterli meglio.
Nel 2005, quando gli estremisti di Palazzo Nuovo cercarono di impedire la parola a Elazar Cohen, economista e diplomatico israeliano, il mondo accademico insorse nei confronti di quella che era stata considerata una mia doppia ingenuità: avvertire le forze dell’ordine (per garantire l’incolumità all’ospite e agli studenti) e invitare un israeliano senza la controparte palestinese.
Quest’anno, dal momento che sono convinta che la parola degli uni non debba essere vincolata a quella degli altri, ho invitato il palestinese Bassam Eid, direttore del Centro per il Monitoraggio dei Diritti Umani Palestinesi. Eppure questa volta non è insorto nessuno a chiedere che, per poter fare parlare un palestinese, io dovessi invitare anche un israeliano! E’ dunque evidente che un israeliano, se ebreo, non può parlare senza un palestinese, mentre un palestinese può farlo. E non mi si venga a dire che è perché gli uni sono occupanti e gli altri occupati. Gli attentati palestinesi più feroci, come anche i lanci di razzi e di missili sulle cittadine israeliane del nord e del sud del Paese (in quest’ultima settimana più di 100 sulla sola cittadina di Sderot), vengono attuati da quando è incominciato il processo di pace, da quando cioè Israele ha incominciato a riconoscere autorità amministrativa ai Territori, si è ritirato dalla fascia di sicurezza del sud del Libano, ha sgomberato per intero
la Striscia
di Gaza. I leaders palestinesi non hanno pensato di sfruttare quest’opportunità per creare finalmente quello Stato che i Paesi arabi di fatto vietarono loro nel 1948, non riconoscendo la risoluzione ONU di spartizione e dichiarando guerra ad Israele al solo evidente scopo di impedire la nascita di uno stato ebraico piuttosto che di farne nascere uno palestinese. I leaders palestinesi hanno continuato nel loro tentativo di annientare Israele sotto gli occhi compiaciuti del resto del mondo.
Perché dunque scandalizzarsi se compaiono le black lists che tanto ricordano le liste nazi-fasciste? Perché scandalizzarsi dei siti ultracattolici (si veda http://www.terrasantalibera.org/ ; www.GerusalemmeTerraSanta.org), come di quelli dell’estrema sinistra, che riesumano “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion” o “Il Talmud smascherato” e li ripropongono come fossero verità e non falsi quali di fatto sono? Stiamo vivendo un’epoca di rinascente antisemitismo, in Italia come altrove. Un antisemitismo che non è diverso dall’antisionismo. Mi sono davvero stancata dei distinguo politically correct: chi azzittisce un ebreo israeliano in quanto israeliano non è diverso da chi mette a tacere un ebreo in quanto ebreo.
Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano, l’ha detto a chiare lettere alla tv iraniana Al-Kawthar. Non ha usato perifrasi e non si è fatto scrupolo alcuno di chi vorrebbe elevarlo a interlocutore in un improbabile dialogo di pace. Secondo Hamdan gli attacchi suicidi contro Israele, particolarmente quelli contro gli autobus zeppi di donne, vecchi e bambini, sono giustificati dalla sha’ria (la legge islamica), in quanto tutti gli ebrei sono – a suo dire – occupanti. E a furia di ribadirlo viene creduto: inutile ricordare che i musulmani misero piede in Terra d’Israele soltanto alla fine del Settimo secolo dopo Cristo! Hamdan afferma che la “Palestina” è territorio islamico e che, di conseguenza, non possono esserci ebrei. Proprio come non possono esserci ebrei in Arabia Saudita o in Giordania e come, se il processo di islamizzazione dell’Europa continuerà ad avanzare, non potranno esserci ebrei nemmeno in Europa!
Ed ecco che i luoghi comuni e i pregiudizi si sprecano. Basta leggere le risposte di alcuni miei studenti, non frequentanti le lezioni, ai miei esami. “
La Mecca
si trova sulla spianata delle moschee di Gerusalemme”, “Il Tigri e l’Eufrate sono le sorgenti del Giordano”, “Gli ebrei praticano il jihad”, “Gli israeliani creano problemi nella zona perché esportano petrolio a un prezzo più alto di quello stabilito dall’Opec”…
Forse è per questo che si vuole boicottare
la Fiera
del Libro: l’ignoranza deve regnare sovrana. Una sola cosa mi chiedo: chi è il burattinaio?
Daniela Santus
(Università di Torino e di Haifa, fiera di essere ebrea per scelt