Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La Lista Nera, ovvero l'indignazione a scoppio ritardato gli antisemiti non sono solo anonimi, la maggior parte ha nome e cognome
Testata: Corriere della Sera Data: 09 febbraio 2008 Pagina: 18 Autore: Paolo Brogi-Fiorenza Sarzanini Titolo: «Prof.Pro-Israele, Lista Nera»
Sulla cosidetta , riprendiamo commenti e cronache dal CORRIERE della SERA di oggi, 9/02/2008 alle pag.18-19. Diciamo subito che ci stupiamo dello stupore. Internet è un mare nel quale nuotano praticamente indisturbati i pesci dell'antisemitismo. La propaganda di nazismo e negazionismo viene diffusa in grande quantità. Scoprirlo è la cosa più facile di questo mondo. Esiste una polizia postale, di denunce ne sono state fatte tante, ma sembra che il risultato sia sempre lo stesso.Sono sempre vivi e vegeti. La maggior parte di questi siti non sono affatto anonimi, ci sono nomi e cognomi. Che lo scandalo sia nato solo adesso, meglio che niente, anche se il livello dell'autore, per ora anonimo, è tale da far pensare più che altro ad un ignorante in cerca del suo quarto d'ora di affermazione. Nell'elenco compaiono infatti molti personaggi che ebrei non sono, qualcuno addirittura conosciuto per non avere alta stima nè di ebrei nè di Israele. Venga dunque ricercato, scoperto e punito il malevolo idiota. Ma si allarghi lo sguardo verso quei luoghi dell'antisemitismo che hanno seminato quel campo del quali si sono visti i frutti nella recente campagna d'odio contro Israele nella polemica sulla Fiera del Libro. Lì non c'erano anonimi mascalzoni, molti sono famosi e riveriti. Sono quelli i cattivi maestri, gli allievi sono la conseguenza. Quando, ma è solo un sempio fra i tanti, due intellettuali come Vertone e Odifreddi fanno del sarcasmo < e adesso non mi si accusi di antisemitismo > dopo aver delegittimato lo Stato d'Israele, ebbene, non fanno altro che banalizzare un'accusa che invece va presa sul serio, perchè l'antisemitismo, accusa che gli antisemiti respingono sdegnati, l'abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, perchè negare a Israele il diritto alla vita è essere antisemiti. Poi si arriva alle liste nere, ma queste resterebbero nei deliri di qualche mente malata se non venissero alimentate e nutrite dagli odiatori di Israele. Perchè lì è la radice. Meno perplessità, dunque, si metta mano alla legge Mancino e si comincino a sanzionare legalmente i propagatori di odio. Di anonimi ce ne sono pochi, i più hanno nome e cognome. Ecco il servizi del CORRIERE della SERA, che abbiamo scelto,anche se oggi sull'argomento sono pieni quasi tutti i giornali.
Prof. pro-Israele, lista nera. Napolitano: sconcertato di Paolo Brogi, a pag.18.
ROMA — Una lista nera di professori universitari messi alla gogna come «lobby ebraica», 162 docenti di tutta Italia — da Torino a Palermo — indicati come «minoranza etnica solidale ad una entità politica extranazionale come Israele». Preceduta da un testo sgrammaticato e gonfio d'odio la black-list è apparsa in un blog su Internet proposto prima come «Re» e poi «Coca_Cola» e firmato con la sigla del virus dell'aviaria, E5N1. Oscurata ieri a fine mattinata, la lista che accomuna docenti ebrei e non ebrei è ricomparsa nel tardo pomeriggio ed è stata di nuovo cancellata: la polizia postale dà la caccia a questo nuovo propalatore d'odio razziale che ieri, nei blog, veniva indicato anche come Re Shaulus II. Indignati, sul «Messaggero » che aveva denunciato ieri l'esistenza del blog, docenti coinvolti come Claudia Hassan, Silvia Di Segni, Alessandro Ferrara e Giorgio Israel. Marina Caffiero e Francesco Saverio Trincia hanno definito l'operazione «cosa sgrammaticata, farneticante, sostanzialmente neofascista». La lista nera risulta scopiazzata da un appello a pagamento pubblicato nel maggio 2005 dal «Corriere della Sera» contro episodi di antisemitismo nelle università inglesi. Unica, sostanziale differenza, il primo nome che è stato depennato: Khaled Fouad Allam, università di Trieste. Fouad Allam, islamico, non rientrava nei piani del blog antisemita, che ha invece trascritto il resto dei firmatari. A dare l'allarme è stato David Meghnagi, di Roma Tre, che ha riconosciuto in quella lista i firmatari dell'appello promosso con Amos Luzzatto, allora presidente dell'Ucei. Poi mentre Alessandro Ruben, portavoce dell'Anti Defamation League, e Riccardo Pacifici, vicepresidente della Comunità Ebraica romana, presentavano formale denuncia alla Polizia Postale, tutte le istituzioni hanno reagito concordi chiedendo l'oscuramento del triste sito. «Allibito e sconcertato — così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano —. È indegno che si possa fare una cosa del genere ». «Disgustato», il vicepremier Francesco Rutelli. «Sono eredi legittimi di Eichmann», Fabio Mussi. «Un gesto razzista inaccettabile», così Andrea Ronchi, portavoce di An. E Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi: «Fa tornare alla mente i tempi orrendi dell'antisemitismo ». Il primo oscuramento della lista è scattato ieri mattina. A provvedere sono stati gli stessi gestori del sito web in cui era comparsa, il «Cannocchiale», libera piattaforma di bloggers. Non senza imbarazzo, visto che Emanuele Fini e Stefano Peppucci, titolari di Dol (Data on line), stavano per correre a presentare con Walter Veltroni il nuovo sito web del Pd, piazza virtuale del social network dei bloggers di sinistra. Ma intanto c'era da togliere di mezzo questo blog, annidato tra i 45 mila ospiti della piattaforma. «Appena ce l'hanno segnalato siamo intervenuti — spiega Fini —. Noi accogliamo tutti, basta che accettino le regole basilari». Poi al pomeriggio E5N1 si è rifatto vivo e ha ripostato la sua ignobile lista. Ma è stato di nuovo oscurato.
,intervista ad Anna Foa, di Paolo Brogi, a pag 18.
ROMA — Anna Foa, docente di storia moderna a Lettere, nell'università della Sapienza, a Roma. Si è ritrovata nella lista nera, in compagnia di molti altri storici. La sua prima reazione? Un brivido, dice. «Un piccolo brivido». Poi le è salita un'ondata di indignazione, alimentata anche da alcuni contatti inaspettati trasmessi dal computer. Una mail. Che cosa le è successo? «Stavo ancora rimuginando sulla novità di una lista di proscrizione che rappresenta un bel salto di qualità, qualcosa che segna una svolta. E mi chiedevo anche, sapendo che non ci sono solo docenti ebrei, che impressione può aver fatto ritrovarsi in una lista nera a chi è stato accomunato a noi. Perché la mia generazione questi insulti così sostanziali non li ha conosciuti direttamente o tutt'al più in modo molto lontano, ai tempi della destra terroristica tipo Ordine Nuovo, negli anni '70, ma in generale ha vissuto questo trauma per via traversa, riferita... Ecco riflettevo su tutto questo quando vedo spuntare sul mio computer la mail di uno sconosciuto». Che cosa le diceva? «Questo signore che non conosco, romano come me, si è presentato in modo molto gentile e cortese. Avendo saputo della lista nera, ha esordito dicendomi che sperava di essere ascoltato. Dopo aver premesso di essere sempre stato contro lo sterminio degli ebrei ha spiegato il motivo della sua lettera. Tutti gli ebrei che ho conosciuto, mi ha detto, si considerano superiori. Insomma, cara signora, ve la siete cercata. Questo il succo della mail. Ecco, queste parole rappresentano una dimenDocente Anna Foa insegna storia moderna all'Università La Sapienza di Roma. Anche lei era nella «lista»
Indagini anche sugli Internet point Amato: «Subito i responsabili»
di Fiorenza Sarzanini, a pag.19
Messo in rete per la prima volta a novembre. «Sono esperti»
ROMA — La sfida dei blogger si scopre in serata quando la «lista nera» dei docenti universitari ebrei riappare in Internet. La scelta dei gestori de «il Cannocchiale» di oscurare il sito non è bastata a cancellare la vergogna di quel messaggio. E adesso si cerca di individuare gli autori, di comprendere quale strategia si celi dietro questo attacco contro i professori. Una manifestazione di antisemitismo che allarma il ministro dell'Interno. Giuliano Amato ha chiesto agli specialisti della polizia postale «accertamenti rapidi ». Ma anche lui sa bene che individuare i responsabili non sarà facile. Soltanto questa mattina i magistrati della procura di Roma apriranno un fascicolo sull a vicenda e sembra difficile che prima di lunedì emettano il decreto che impone al provider di rendere noti i dati di chi ha «postato» il messaggio. Non a caso gli investigatori hanno chiesto ai responsabili de «il Cannocchiale» di «congelare » i dati di registrazione del blog. I primi accertamenti svolti ieri hanno dimostrato che il messaggio era stato messo in rete nel novembre scorso. E dunque bisogna innanzitutto verificare come mai sia stato scoperto soltanto tre mesi dopo. La scelta di pubblicarlo nuovamente dopo l'oscuramento del sito fa supporre che si tratti di personaggi esperti del web. Gli elementi che saranno forniti dai responsabili de «il Cannocchiale » serviranno agli analisti della postale per risalire al computer e al collegamento telefonico utilizzato per inserire sul sito il volantino. Ma appare improbabile che questo sia sufficiente a far scoprire chi è stato. «Generalmente — chiarisce un investigatore — per questo tipo di messaggi si utilizzano gli Internet point e quindi per individuare gli autori bisogna svolgere un'indagine sui frequentatori del locale, sperare che i gestori ricordino chi è entrato due mesi fa». In queste ore si sta verificando se sullo stesso blog siano stati inseriti altri comunicati. Si cerca una traccia, anche minima, che possa aiutare l'indagine. L'altro problema da affrontare riguarda i reati da contestare. Nell'esposto che la comunità ebraica ha consegnato ieri al direttore della polizia postale Domenico Vulpiani si parla della violazione della legge Mancino che punisce «con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale». In passato la stessa accusa è stata ipotizzata nei confronti dei tifosi che espongono striscioni offensivi, ma ottenere la condanna per questo tipo di illecito è assai difficile. E dunque non appare affatto casuale che, nel comunicato emesso in serata, Amato chieda di verificare non solo «la sussistenza di violazioni alla normativa in materia di discriminazione razziale, etnica o religiosa» ma anche «i reati di diffamazione e calunnia ». Contatti diretti con il procuratore di Roma non ci sono stati, ma in questo modo il ministro dell'Interno sembra aver tracciato la linea. Ed è una scelta di fermezza che ieri ha voluto ribadire quando ha affermato: «Mi auguro che l'indagine sia approfondita e rapida. Quello che ho letto viola i principi della nostra civiltà e del nostro diritto».
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.