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La Stampa Rassegna Stampa
06.02.2008 Un museo multimediale per i pellegrini cristiani, sul lago di Tiberiade
un articolo di Francesca Paci

Testata: La Stampa
Data: 06 febbraio 2008
Pagina: 0
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Miracoli hi-tech a Tiberiade»
Da La STAMPA del 6 febbraio 2008:

Il pellegrino che visita la Terra Santa è generalmente un uomo devoto, semplice, disposto a chiudere gli occhi per credere nei miracoli. La realtà del luogo richiede fiducia cieca. Il Golgota non è il monte della crocefissione che ti aspetti ma una cappella rialzata nella basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. La chiesa della Natività ospita la grotta della mangiatoia ma anche le periodiche scazzottate tra preti armeni e ortodossi in una Betlemme sempre più musulmana che i cristiani abbandonano mese dopo mese. Il lago di Tiberiade, che gli israeliani chiamano Kinneret, è un tranquillo specchio d’acqua senza alcuna traccia della prodigiosa camminata di Gesù davanti agli apostoli attoniti. Molto più verosimile per i turisti immaginare il figlio di Dio che attraversa il Mar Morto, dove la concentrazione salina mantiene i corpi sorprendentemente a galla.
Chi crede non fa domande, si sa. Ma l’associazione dei Comuni della Emek HaYarden, la Valle del Giordano, ha pensato di aiutare l’esperienza della fede dedicando al lago di Tiberiade un museo multimediale. L’edificio di 2000 metri quadrati sorgerà in una vecchia stazione della polizia britannica costruita sulla riva all'altezza di Tzemach, a pochi chilometri da Cafarnao, e affiancherà a quello storico un percorso virtuale: comodamente seduti su poltrone interattive, i pellegrini andranno a pesca sulla barchetta di San Pietro, avvertiranno terremoti e vento, s'immergeranno nelle acque come palombari mistici, passeggeranno sospesi alla maniera di Gesù.
L’ente del turismo regionale in realtà ci aveva già provato nel 1999. Era la vigilia del Giubileo e il direttore dell’Autorità per i Parchi Zeev Margalit immaginò un ponte galleggiante immerso qualche centimetro nell’acqua del lago. Una struttura discreta e invisibile da terra su cui provare in prima persona il racconto miracoloso del Nuovo Testamento. Si discusse per mesi. Il responsabile della Chiesa Cattolica in Israele Wadia Abu Nassar definì l’iniziativa «problematica», lo studioso Vittorio Messori difese l’ipotesi di «una visività nell’esperienza evangelica», gli ambientalisti alzarono le barricate in difesa di flora e fauna lacustre. Non se ne fece niente e i visitatori si accontentarono di assaporare la storia insieme al pesce San Pietro servito nei ristoranti di Tiberiade.
Oggi è diverso, assicura il direttore della Emek HaYarden Yossi Verdi. A cominciare dalla passerella: «Non costruiremo nessun ponte, non abbiamo i permessi. All’interno del museo, a ridosso del lago, ci sarà una stanza con il pavimento di vetro su cui camminare come sull’acqua, arriveranno anche degli schizzi». L'idea è riprodurre l’unicità del miracolo, la sua magia.
Yossi Verdi conta d’inaugurare il museo nel 2009. Banche e fondazioni israeliane hanno già assicurato la copertura di 20 milioni di shekel, quasi 4 milioni di euro. Centinaia di migliaia di pellegrini attendono, pronti a credere più semplice camminare sulle acque che portare la pace in Terra Santa.

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