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Il Manifesto Rassegna Stampa
01.02.2008 Amnesy International e il quotidiano comunista
denunciano i "crimini" di Israele dimenticando che Hezbollah si faceva scudo dei civili libanesi

Testata: Il Manifesto
Data: 01 febbraio 2008
Pagina: 11
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Amnesty boccia il rapporto Winograd»
Amnesty International boccia il rapporto Winograd perché non si è occupato di quelli che definisce i "crimini di guerra" israeliani.

Ricordiamo che durante la guerra del Libano gli Hezbollah colpivano deliberatamente la popolazione civile israeliana facendosi scudo di quella libanese.

Amnesty, ci informa Il MANIFESTO del
2 febbraio 2008 "non manca di condannare Hezbollah per aver sparato razzi katiusha contro i centri abitati israeliani".

Ma non indaga il contesto più generale della guerra, è da il massimo rilievo a una dichiarazione emessa in occasione della pubblicazione della Commissione Winograd, concentrando dunque l'attenzione su Israele.

Viene allora il sospetto che quella condanna a Hezbollah serva soprattutto a mettersi al riparo da accuse di parzialità.

Per quanto riguarda Michele Giorgio, autore del pezzo sul quotidiano comunista, il sospetto diventa certezza.
Il suo articolo è come sempre un atto d'accusa contro Israele.
Hezbollah che, tra le altre cose, ancora tiene in prigionia i due soldati israeliani sequestrati, viene citato per difendere la credibilità delle accuse di Amnesty.

Ecco il testo completo:


«Tutti al lavoro, i nostri impegni ci aspettano». Un Olmert con il sorriso stampato sul volto si è rivolto con queste parole ai suoi collaboratori per dire che il rapporto Winograd sulla guerra in Libano ormai è acqua passata. Il rischio di dimissioni è ridotto al minimo dopo che la commissione d'inchiesta ha «assolto» il premier israeliano dal fallimento della guerra e ha puntato l'indice contro le forze armate.
Olmert può dormire tranquillo. Tra qualche settimana in Israele della guerra in Libano avranno memoria solo le famiglie dei 119 soldati e 44 civili morti. Non la dimenticheranno invece i libanesi - 1.200 morti e distruzioni immense - ignorati dall'indagine svolta dalla Commissione Winograd. Sui crimini di guerra commessi da Israele è intervenuto Malcom Smart, direttore del programma di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, denunciando che Winograd e i suoi colleghi non hanno preso in alcuna considerazione i raid aerei e i cannoneggiamenti indiscriminati contro i libanesi. «Alla uccisione di libanesi non coinvolti nelle ostilità e alla distruzione deliberata e massiccia di proprietà e infrastrutture civili, il rapporto ha dedicato un'attenzione minima», ha protestato Smart.
La commissione d'inchiesta, ha aggiunto, avrebbe potuto indicare i responsabili di crimini contro i civili, ma ha preferito occuparsi di strategie militari e di decisioni politiche e ha anche affermato che l'interpretazione delle leggi umanitarie è «controversa». Amnesty International - che non manca di condannare Hezbollah per aver sparato razzi katiusha contro i centri abitati israeliani - ha chiesto al governo israeliano di nominare una commissione indipendente con l'incarico di accertare i responsabili di crimini di guerra e delle violazioni dei diritti umani.
L'unico vero passaggio del rapporto Winograd sui crimini di guerra è quello riguardante le bombe a grappolo sganciate dall'aviazione israeliana in Libano del sud e che continuano a fare morti 18 mesi dopo il conflitto: oltre trenta, tra cui alcuni sminatori. La commissione ha raccomandato che l'esercito dello Stato ebraico riconsideri il suo regolamento sull'uso delle bombe a grappolo ma evita nel modo più assoluto di condannare di Israele che, secondo Winograd, non avrebbe violato la legge internazionale ma mostrato solo una carenza di «disciplina operativa e di controllo».
Tutto ciò mentre le Nazioni Unite e varie Ong sono impegnate in una gigantesca opera di bonifica del Libano del sud, per disinnescare oltre un milione di piccoli ma micidiali ordigni disseminati in un territorio ampio e popolato, peraltro senza aver ancora ricevuto da Israele le mappe delle aree dove sono state sganciate le bombe a grappolo. L'Irin, un'agenzia dell'Onu, ha riferito fa che gli sminatori scoprono ogni mese almeno 10 nuovi siti «infetti», ovvero pieni di ordigni.
«Le forze armate israeliane hanno sistemi di attacco computerizzati e sanno dove sono state sganciate le bombe a grappolo. La mancanza delle mappe è l'ostacolo principale al nostro lavoro», ha denunciato Dalya Farran, portavoce del Centro di coordinamento delle Nazioni Unite per lo sminamento del Libano del sud. Sino ad oggi, ha aggiunto Farran, sono stati individuati e disinnescati 137 mila ordigni, appena il 10% delle bombe a grappolo sganciate dall'aviazione israeliana.

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