domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Giorgia Greco
Libri & Recensioni
<< torna all'indice della rubrica
Laurel Holliday Ragazzi in guerra e nell’Olocausto, i loro diari segreti 31/01/2008

Ragazzi in guerra e nell’Olocausto, i loro diari segreti

A cura di Laurel Holliday

Marco Tropea Editore                                                                              Euro 16,90

“Ragazzi in guerra e nell’Olocausto” è una raccolta di diari tenuti da ragazzi d’Europa. Dai ghetti della Polonia, della Lituania, della Lettonia e dell’Ungheria ai campi di concentramento di Terezin, Stutthof e Janowska queste pagine, conservate in poche copie superstiti, raccontano cosa significhi per un adolescente vivere ogni giorno con la consapevolezza che può essere l’ultimo. Ma è proprio in queste situazioni drammatiche che la scrittura – come nel diario di Anna Frank- testimonia un’irriducibile voglia di vivere. Guidate dalla spontaneità dei loro anni, le penne di questi ragazzi narrano l’incubo del quotidiano con una schiettezza sorprendente e una grande maturità.

I diari, fatti di pensieri e sentimenti intimi dei ragazzi mescolati alla realtà esterna della guerra, diventano l’unico sostegno, il miglior amico a cui confessare la paura e con cui condividere la rabbia. E, allo stesso tempo, sono una forma di resistenza alla follia dei tempi, un modo per esprimersi sulla realtà di un mondo impazzito e di sopravvivere nella memoria: per salvaguardare la propria identità, la propria umanità e quella degli altri.

Eva Heyman, una ragazzina ebrea di 13 anni, rinchiusa in un ghetto ungherese, si serve del diario per trovare il coraggio per continuare a vivere nonostante tutto: chiama il proprio diario segreto “il mio miglior amico”. Mary Berg, 15 anni, che vive a Varsavia ai tempi dell’occupazione nazista, scrive: “Dirò tutto delle nostre sofferenze, della nostra lotta e del massacro dei nostri cari”. Moshe Flinker, 16 anni, tiene un diario perché ha scoperto “il bisogno di aprire il proprio cuore a un amico”.

Werner Galnik, 12 anni, deportato nel ghetto di Riga, scrive disperato: “vorrei avere qui i miei genitori e mia sorella e vorrei vivere ancora con loro…La mia sorellina aveva sette anni quando fu portata via nella retata dei bambini. Era una bella bambina, aveva dei bei capelli biondi”.

I capelli biondi della sorella perduta di Werner sono l’espressione di un profondo dolore e della volontà di condividere una sofferenza , ma anche un grido di speranza. La storia degli uomini è fatta di banalità del male, ma anche di esseri umani di ogni età, straordinari e tenaci, che entrarono nella morte a occhi aperti e consapevoli. Frequentarli nel ricordo è come raccogliere la loro testimonianza e scrivere un romanzo: quello che il “secolo dei lager” ha portato via con sé ma non ha cancellato. “Vedi come tutto balza su vivo – scrisse Paul Celan – proprio dove c’è la morte”.

Come dire che le scarpine dei neonati di Auschwitz e il piccolo pianoforte che fece compagnia a un bambino ebreo nel suo ultimo viaggio non sono solo frammenti della pellicola impazzita del passato. Vivono. E parlano a un mondo che sembra incapace di andare al di là delle emozioni brevi, dicendogli che la consapevolezza di un Olocausto può, forse, evitarne un altro.

Marco Innocenti

Il Sole 24 Ore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT