Hanno bruciato la bandiera con la stella di Davide in piazza, hanno paragonato lo Stato ebraico al Sud Africa chiamandolo “ Stato dell’Apartheid”, hanno detto, scritto, urlato che l'esercito d'Israele è uguale a quello nazista, impediscono ai rappresentanti dello Stato d'Israele di parlare nelle Univesrità italiane, adesso si sono scatenati contro la Fiera del Libro che ha invitato Israele quale paese ospite il prossimo maggio, respingendo sempre l'accusa di volere delegittimare lo stesso Stato ebraico. " Noi critichiamo il governo", hanno sempre detto, affermazione che oggi viene smentita dalla gazzarra scatenata contro la presenza degli scrittori israeliani a Torino. Una gazzarra utile per fare piazza pulita anche delle "innocenze" di chi il boicottaggio a Israele lo critica. E' il caso di Valentino Parlato del Manifesto, il quotidiano comunista in prima fila tra gli odiatori di Israele, forse soltanto meno stupido dei suoi simili partiti a testa bassa in una guerra che, sul piano culturale, hanno già perso. Parlato, abilmente, ne prende le distanze, con la solita ipocrita arma della "difesa degli ebrei", che non sono Israele, e che anche noi europei abbiamo perseguitato bla, bla, tanto per gettare ancora una volta fumo negli occhi di chi a questa conclamata difesa degli ebrei non ha mai creduto. Infatti, scrive Parlato, "i palestinesi sono gli ebrei del mondo arabo, i nuovi perseguitati. Da chi è ovvio, è con Israele il conflitto, e chi aveva perseguitato gli ebrei ? il nazismo, naturalemente, ecco ricomposta l'equazione di sempre. Il quotidiano comunista ha ricevuto molte lettere dai lettori, pare indignati perchè Parlato si è espresso contro il boicottaggio della cultura israeliana. Il "chiarimento" di Parlato è venuto a proposito, si è semplicemente dichiarato contrario alla "forma". Sulla sostanza la linea del giornale è sempre la stessa. Un po' meno rozza di quella dei suoi lettori e di quelli che vorrebbero mettere il bavaglio a Israele, e impedire ai visitatori della Fiera del Libro di conoscerne la cultura. Altro che essere contro la politica del governo, adesso la maschera che con tanta arroganza cercavano di portare per nascondere le loro vere intenzioni, è caduta. Anche loro, come Ahmadinejad, sono per la cancellazione dello Stato d'Israele, adesso non possono più negarlo.