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La Repubblica Rassegna Stampa
27.01.2008 Il confine tra Gaza ed Egitto resta aperto
la cronaca di Alberto Stabile non mette in discussione la propaganda di Hamas

Testata: La Repubblica
Data: 27 gennaio 2008
Pagina: 0
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «L´Egitto rinuncia a fermare i profughi»

Scrive Alberto Stabile su La REPUBBLICA del 27 gennaio 2008: "la decisione del Cairo di permettere l´ingresso alle masse bisognose di tutto provenienti dalla Striscia verrà mantenuta", e ancora "decine di migliaia di persone, spinte dal desiderio di approvvigionarsi dei beni essenziali che l´embargo vieta loro da mesi".
Stabile non mette in discussione la propaganda palestinese su Gaza, ma
in realtà, Israele ha sempre permesso l'ingresso a Gaza dei beni essenziali alla sopravvivenza.

Da sottolineare nelll'articolo i riferimenti alle «provocazioni di gruppi palestinesi» verso gli egiziani e la loro attribuzione ad Hamas,
"senza il cui assenso a Gaza non si muove foglia".
 
Ecco il testo completo:



GERUSALEMME - «I fratelli palestinesi devono comprendere che la nostra volontà di ospitarli e aiutarli non può tradursi in una minaccia alla vita delle forze di sicurezza egiziane». Una quarantina di feriti tra i poliziotti antisommossa e le guardie di frontiera, alcuni dei quali in stato critico, causati dalle «provocazioni di gruppi palestinesi», sono un prezzo troppo alto da sopportare, dice il ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit, per aver mostrato generosità e comprensione verso il dramma di Gaza.
L´avvertimento alla dirigenza di Hamas, senza il cui assenso a Gaza non si muove foglia, è implicito. «Queste provocazioni ci preoccupano», continua Abul Gheit, quasi a sottolineare che la pazienza egiziana ha un limite. E tuttavia la decisione del Cairo di permettere l´ingresso alle masse bisognose di tutto provenienti dalla Striscia verrà mantenuta, fino a quando i palestinesi non avranno soddisfatto i loro bisogni (si dice ancora per tre giorni). Ma subito dopo bisognerà trovare una soluzione «concordata attraverso colloqui fra le parti interessate».
Non sarà così facile. Per il quarto giorno consecutivo, decine di migliaia di persone, spinte dal desiderio di approvvigionarsi dei beni essenziali che l´embargo vieta loro da mesi, hanno varcato il confine con l´Egitto ormai ridotto a un colabrodo. La novità è che molti sono entrati in macchina, altri hanno cercato di portare dentro i camion, ma pare che non abbiamo potuto superare i posti di blocco posti all´uscita della Rafah egiziana. Molte auto sono entrate cariche di bidoni vuoti e sono tornate con benzina e gasolio, due generi preziosi tuttora sottoposti al blocco israeliano.
La polizia egiziana ha prima cercato d´impedire l´ingresso delle macchine, formando catene umane davanti ai varchi principali, poi s´è limitata a osservare da lontano. Nella notte il contingente era stato ridotto per evitare ulteriori tensioni. Ma è evidente che il Cairo non può accettare la situazione creata da Hamas al confine con Gaza. Una situazione in cui le autorità egiziane hanno in sostanza rinunciato a esercitare ogni autorità.
Per Mubarak quella della soluzione «concordata con le parti interessate», vale a dire tanto con Hamas, quanto con l´Autorità Palestinese di Abu Mazen, la cui influenza è ormai ridotta alla sola Cisgiordania, è una strada tanto obbligata quanto rischiosa. Lo sfondamento della frontiera ha, se possibile, acuito i contrasti tra Hamas e Abu Mazen. Il leader eletto dei palestinesi ha ieri affermato di avere un piano per risolvere il problema del confine tra Gaza e l´Egitto. Ma per lui il movimento islamico, prendendo nel giungo scorso il potere a Gaza con la forza si è macchiato di un crimine che non può essere perdonato. A meno che gli islamisti non restituiscano il potere all´autorità legittima.
Il punto è che né gli Stati Uniti, né Israele, né forse lo stesso Mubarak credono che Abu Mazen abbia i mezzi militari e la forza politica di imporre una soluzione. Insomma, è obbligatorio parlare con Hamas, che ieri, in evidente polemica con Ramallah, si è offerta di riportare l´ordine al confine coordinando direttamente con l´Egitto il funzionamento della frontiera. Un offerta destinata a mettere Mubarak in ulteriore imbarazzo, perché se il Rais non può permettersi di apparire agli occhi dell´opinione pubblica egiziana come colui che appoggia il blocco di Gaza voluto da Israele e assecondato dagli Stati Uniti, dall´altro lato, agli occhi dell´opinione pubblica occidentale Mubarak non può apparire come un partner di Hamas. La delicata situazione alla frontiera tra Gaza e l´Egitto sarà al centro dell´incontro di oggi tra Abu Mazen e il premier israeliano Ehud Olmert. Il leader palestinese rinnoverà la sua offerta di prendersi carico del confine Sud di Gaza, chiedendo al tempo stesso a Olmert di togliere il blocco contro la Striscia e contro la Cisgiordania. Ipotesi assai improbabile.

Stabile sembra qui confondere il blocco dei confini, in vigore a Gaza, con i check points in Cisgiordania.  Non si domanda inoltre se Abu Mazen avrebbe davvero la capacità si assumere il controllo dei confini di Gaza. "Ipotesi assai improbabile", quanto meno.

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