Mille dimostranti in Kenya non valgono diciassette terroristi di Hamas D'Alema detta la linea, e Sergio Romano s'ingegna a trovare giustificazioni
Testata: Corriere della Sera Data: 26 gennaio 2008 Pagina: 0 Autore: Sergio Romano Titolo: «La valutazione»
Riportiamo la lettera che un lettore ha inviato a Sergio Romano, pubblicata dal CORRIERE della SERA del 25 gennaio2008
Caro Romano, il nostro ministro degli Esteri ha prontamente deplorato i 17 palestinesi di Hamas uccisi dagli israeliani nella striscia di Gaza; però mi sembra che non abbia affatto deplorato l'uccisione di mille dimostranti in Kenya. Come spiega questa singolare diversa valutazione del ministro D'Alema? Stanley Feiwell, Milano
Di seguito, la risposta dell'ex ambasciatore:
I morti in Kenya sono stati in gran parte il risultato di conflitti tribali. Se il ministro degli Affari Esteri avesse espresso deplorazione (potrebbe averlo fatto, ma non sono al corrente) avrebbe manifestato soltanto un lodevole sentimento umanitario. Nel caso della morte dei palestinesi di Hamas uccisi dalle forze israeliane, ha espresso un giudizio politico
Le violenze in Kenya hanno un'origine chiaramente politica (un risultato elettorale contestato), sono organizzate e selettive. Condannarle o no, dunque, è una questione del tutto politica. Cercare di fermarle o disinteressarsene in quanto "tribali" è una scelta altrettanto politica. Anche condannare Israele perché si difende uccidendo i terroristi di Hamas, naturalmente, è una scelta politica. Coerente con l'ostilità a Israele che il ministro degli Esteri italiano ha dimostrato in tutto l'arco del suo mandato. Romano condivide, evidentemente, le posizioni di D'Alema e la sua tendenza ad adottare due pesi e due misure, a danno di Israele. Al punto che, per difenderlo, è disposto a proporre argomenti capziosi e cinici come quello di questa incredibile risposta.
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