Dal GIORNALE del 25 gennaio 2008:
Parigi - «La bomba e il Corano» è il titolo della prima biografia indipendente del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che esce oggi in Francia presso le Editions du Moment. A scriverla è un intellettuale noto per il suo impegno a favore di un'informazione libera dai condizionamenti ideologici: il giornalista e scrittore Michel Taubmann, che fa parte della redazione della rete televisiva culturale franco-tedesca Arte e che dirige la rivista parigina di riflessione intellettuale Le Meilleur des Mondes, a cui collabora regolarmente il filosofo André Glucksmann. «Io non so se ci siano prove sufficienti per ipotizzare la realizzazione da parte di Teheran di un programma nucleare militare, ma so - dice Taubmann - che l'idea stessa di una bomba atomica nelle mani dei fondamentalisti islamici, come l'attuale presidente iraniano, sarebbe uno scenario perlomeno allarmante».
Dunque occorre che la comunità internazionale tenga gli occhi bene aperti, come raccomanda il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. Taubmann ha realizzato un lavoro minuzioso di ricerca storica e di consultazione delle fonti disponibili. In particolare ha ascoltato personalità iraniane che vivono attualmente in Occidente e che negli scorsi anni sono state in diretto contatto con Ahmadinejad (che, come è stato annunciato ieri, sarà a metà marzo a Bagdad per una storica visita). Sono stati proprio alcuni intellettuali iraniani, oggi presenti in Europa e negli Stati Uniti, a riferire il soprannome che venne dato ad Ahmadinejad negli anni Ottanta, quando egli lavorò intensamente con i servizi segreti del suo Paese per minacciare e togliere di mezzo gli oppositori alla linea fondamentalista. Quel soprannome dà la pelle d'oca: «L'uomo del colpo di grazia». Dalle testimonianze raccolte da Taubmann risulta la partecipazione dell'attuale presidente iraniano a missioni segrete, svoltesi in patria e all'estero, che si conclusero con l'eliminazione di persone politicamente sgradite all'ala più dura del regime di Teheran.
«Ahmadinejad è nato nel 1956 e aveva dunque 23 anni all'epoca della rivoluzione iraniana del 1979. Viene da una famiglia modesta e si è legato profondamente alle posizioni dell'estremismo islamico, per il quale si è battuto negli anni dell'università, partecipando forse al sequestro dei diplomatici americani in Iran, che nel 1979 segnò il precipitare della crisi tra Teheran e l'Occidente», ci dice Taubmann. E poi? Nel 1980 l'Irak di Saddam Hussein attacca l'Iran e comincia una guerra che si protrae fino al 1988 con una serie di controffensive volute dall'ayatollah Khomeini. Gli anni di quella guerra sono anche quelli dell'inasprimento del regime e dell'eliminazione degli oppositori, iniziativa che - secondo Taubmann - vede la partecipazione diretta dell'attuale presidente iraniano.
«Ahmadinejad è un uomo dei servizi segreti. Un uomo dell'ombra. Un uomo che ha svolto un ruolo di primo piano nella caccia ai dissidenti», dice lo scrittore, che così prosegue: «Un cineasta iraniano, oggi residente all'Ovest, ha raccontato d'aver udito dalla bocca dello stesso Ahmadinejad la testimonianza secondo cui egli uccise un ufficiale, che giudicava insensata la prosecuzione della guerra contro l'Irak. L'ufficiale aveva disertato e s'era rifugiato all'estero. Ahmadinejad gli tese una trappola in Turchia, eliminandolo fisicamente. In altri casi l'attuale presidente iraniano avrebbe partecipato a missioni dei servizi segreti, risoltesi con l'eliminazione di personalità del movimento autonomista curdo iraniano».
Alla domanda su chi sia in realtà Ahmadinejad, il giornalista di Arte risponde: «È l'esponente di un'estrema destra islamica iraniana il cui comportamento non può che suscitare preoccupazione in patria e all'estero».
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