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Il bisogno di far sentire la nostra voce è un sentimento soggettivo, e non si può certo farne una colpa a chi non ne trova valide ragioni. Si è spesso scritto, su questa rubrica, che è importante far sentire, a chi attacca sconsideratamente, con ragionamenti scorretti, la critica, talvolta anche severa. Il sottoscritto ebbe a polemizzare recentemente con Sergio Romano, e ritenne di dar copia della lettera inviata al Corriere anche al lettore che aveva, con la sua precedente, sollecitato la risposta di Romano. Voleva essere, quello, un gesto di cortesia e di correttezza. E, allo stesso spirito si era tenuto fedele nei successivi scambi epistolari, nonostante che fosse apparso presto chiaro l'orientamento del lettore. Stanotte questi ha tuttavia ritenuto di inviare al Direttore Mieli e al sottoscritto la lettera seguente: Egregio Signor Direttore, ho ascoltato e visto il Suo intervento oggi a Ballarò. Ho notato che sta mollando Prodi; non vi serve più e lo buttate via: tipico comportamento di Roschild, Rock. feller e persone di quella razza. Il Dottor Segre vuole la testa di Sergio Romano; sono molto curioso di sapere se gliela porgerà su un piatto d'argento. Boicottare o no la fiera del libro? Personalmente il boicottaggio lo ritengo un errore; servirà a voi per lamentarvi delle persecuzioni, come fanno i patetici razzi che vi giungono da Gaza. Ci vuol altro! Poveri palestinesi! Cornuti e mazziati! Ecco dunque una ragione in più per far sentire la propria voce: in tal modo vengono fuori i reali sentimenti di certe persone che, altrimenti, resterebbero nascosti. Ma non sarebbero, se restassero nascosti, meno pericolosi. Emanuel Segre Amar |
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