Perché non sei venuta prima della guerra? Lizzie Doron
Traduzione di Shulim Vogelman
Giuntina Euro 12
Anche Helena in Perché non sei venuta prima della guerra è in perenne braccio di ferro. Ma con Dio. E in secondo luogo con gli uomini. Quelli che protestano quando in Israele lei, il giorno di Kippur, in sinagoga va a mettersi nel posto dei maschi. “Non si tratta di un errore, sono nel posto giusto. Io, Helena, rappresentante di una famiglia che è stata sterminata, sono venuta davanti a Te a tenere fede a un voto che ho fatto, a tenere fede a un ruolo che non ho scelto per me. Io sono colei che commemora le anime e solo. Tu sai perchè proprio io. Io sono qui al posto loro; se fossero qui, starebbero loro davanti all’Aron Hakodesh e allora anch’io sarei al mio posto”.
Il tormento d’esistere al posto di qualcun altro. Di dover vivere senza quel qualcun altro di cui resta poco o nulla: un fascio di parole, qualche pagina di un diario d’adolescente. Un silenzio terribile. In bilico fra immedesimazione e distanze incolmabili, la memoria di queste donne è un intreccio di narrazione e autobiografia, di prima e terza persona che si cercano nella reciproca assenza.
Elena Loewenthal
Tuttolibri –
La Stampa