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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.01.2008 Abbiamo teste,gambe,piedi dei vostri soldati
dichiara Nasrallah, ma l'orrore della dichiarazione passa quasi inossservato

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 gennaio 2008
Pagina: 15
Autore: Alessandra Coppola
Titolo: ««Abbiamo teste e mani dei soldati israeliani»»

Il CORRIERE della SERA è l'unico quotidiano a riportare in prima pagina la dichiarazione di Nasrallah. Su molti non è nemmeno uscita, altri la relegano nelle pagine interne. La parola < orrore > non  compare mai nelle titolazioni. La spiegazione non deve essere cercata lontano. Gli Hezbollah hanno attaccato il Nord d'Israele due estati fa ? Oggi la notizia viene ripresa all'incontrario, è Israele ad averli attaccati. Lo dice Nasrallah, chi osa contraddirlo ? Che abbia fra le sue mani i poveri resti dei soldati uccisi, e che se ne faccia vanto, non desta scandalo. E' la loro < cultura >, no ? E' il relativismo dominante, se loro si comportano così, chi siamo noi per contraddirli ? Il nostro ministro degli esteri si fa fotografare mentre li abbraccia, e si guarda bene dal commentare l'orrore della dichiarazione del loro leader. Riprendiamo l'articolo di Alessandra Coppola, a pag.15, dal titolo:

«Abbiamo teste e mani dei soldati israeliani»

Nasrallah ricompare con un annuncio-choc
«A una nuova aggressione risponderemo con una guerra che cambierà l'intera mappa della regione»
DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME — Un bottino di resti umani. «Teste, braccia, piedi, persino un cadavere quasi intatto, dal collo all'inguine». Trofei di guerra, possibile merce di scambio. «Oh, sionisti! Il vostro esercito vi mente… Ha lasciato pezzi di corpi dei vostri soldati nei villaggi e nei campi» del Libano meridionale. «E i nostri mujahedin li hanno raccolti ».
Hassan Nasrallah ha atteso l'Ashura, la festa più importante degli sciiti, per riapparire in pubblico. Circondato da decine di guardie del corpo, il leader di Hezbollah, numero uno nella lista dei nemici di Israele, ha rinunciato al maxischermo che da oltre un anno lo mostrava alla folla in collegamento da una «località segreta» e si è presentato ieri a Sud di Beirut alle centinaia di migliaia di fedeli che celebravano l'assassinio di Hussein Bin Ali, nipote di Maometto, anno 680. Un milione di persone secondo la televisione del Partito di Dio, Al Manar. Un mare di gente, a vederla in tv, stipata in uno stadio a scandire «impossibile accettare di essere umiliati » (le parole dell'imam Hussein che rifiutò di arrendersi al califfo), a sventolare bandiere, a fustigarsi nel rito dell'Ashura.
Ritorno in scena da primo attore per il leader che a settembre 2006 annunciò la «vittoria divina» sullo Stato ebraico nella Seconda guerra del Libano. Trentaquattro giorni di incursioni israeliane e razzi dell'Hezbollah, per un totale di 1.200 morti libanesi, in gran parte civili, un terzo bambini, e 160 vittime dall'altra parte, soprattutto soldati. Compagni di Dani, 42 anni, sposato, una figlia, riservista nelle forze speciali in questo secondo conflitto, già soldato nella prima guerra del Libano, 1982. Coperto da un nome di fantasia, al telefono da Tel Aviv, così reagisce alle parole di Nasrallah: «Sono disgustato. Avrà anche pezzi di cadavere. E allora? Rivendica la vittoria, ma se fosse stato vero non sarebbe rimasto nascosto per un anno e mezzo. E poi io l'ho visto il Libano Sud quando siamo andati via: neanche una casa abbiamo lasciato in piedi». La rabbia di Dani è anche per la leadership israeliana, in attesa del «giudizio» della commissione d'inchiesta, le proteste che montano: «Stupidi, inesperti, incompetenti. Il premier Olmert, il ministro della Difesa Peretz, il capo di Stato maggiore e tutti i comandanti... Davano un ordine e poi lo ritiravano. Restavamo appostati tra i cespugli, i miliziani a portata di fucile, e non ci dicevano di sparare. Il primo conflitto durò una settimana, e la vittoria fu netta. Questo è stato un disastro. All'inizio ero favorevole. Dissi a mia moglie: "Vado a combattere una guerra giusta". Poi ho cambiato idea...».
Nasrallah rimette il dito in quella piaga e nello show che vuole riaffermare la sua leadership manda segnali. «Parti di cadaveri»: i due soldati israeliani catturati a luglio 2006 non sarebbero vivi, ma il Partito di Dio ha qualcosa con cui trattare eventuali scambi. Minaccia. «A una nuova aggressione promettiamo di rispondere con una guerra che cambierà l'intera mappa della regione». Pensa ai palestinesi. A Gaza, colpiti dagli israeliani in reazione ai lanci di Qassam, sono isolati da due giorni, bloccati anche gli aiuti Onu: «I Paesi arabi li sostengano». Infine, il Libano. Nasrallah rifiuta la «soluzione americano-sionista» e continua a premere perché l'opposizione guidata da Hezbollah abbia maggior potere nei confronti della maggioranza anti-siriana di quanto previsto dall'ipotesi di accordo. La Lega araba prosegue la mediazione. Domani a Beirut il Parlamento prova, dopo tre mesi e dodici tentativi, a eleggere il nuovo presidente.

 Folla Sostenitori applaudono il leader Hassan Nasrallah (Ap). A sinistra ragazzini musulmani celebrano l'Ashura a Beirut di fronte al poster di un soldato israeliano (Epa)
 
 
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