Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Condannati alla lapidazione i crimini del regime degli ayatollah
Testata: Corriere della Sera Data: 18 gennaio 2008 Pagina: 19 Autore: Cecilia Zecchinelli Titolo: ««L'Iran salvi Kobra dalla lapidazione»»
Dal CORRIERE della SERA del 18 gennaio 2008:
Nella Repubblica Islamica sono almeno undici le persone in attesa di morire con questa forma di tortura Liberate Kobra Najjar. O salvatele almeno la vita. Lo gridano le femministe iraniane, i firmatari nella Repubblica Islamica della campagna «Stop alla lapidazione per sempre», i difensori dei diritti umani in quel Paese e nel mondo. Anche Amnesty International l'ha chiesto con forza in questi giorni: risparmiate Kobra, condannata prima a una vita d'inferno, poi per il delitto compiuto da un altro. E con lei, salvate le otto donne e i due uomini che attendono di morire a colpi di pietra. In carcere e già condannati, oggi sono a serio di rischio di lapidazione, nonostante la moratoria annunciata nel 2002 dal ministro della Giustizia, Ayatollah Shahroudi. Per qualche anno, anche se i tribunali islamici emettevano ancora verdetti di morte per lancio di sassi («né troppo piccoli da risultare inoffensivi, né troppo grandi da causar subito il decesso »), nessuna sentenza era stata eseguita. Ma è durato poco. «Sappiamo che nel 2004 le lapidazioni sono riprese, nel 2006 e 2007 ce ne sono sicuramente state, senza pubblicità, all'interno delle prigioni, ma ci sono state», dice Amnesty, spiegando la nuova denuncia e l'appello a Teheran. «Negli ultimi mesi poi, ancor più nelle ultime settimane, la repressione è aumentata in tutto l'Iran, il regime vuol creare terrore e ridurre al silenzio ogni opposizione interna: arresti, mutilazioni, impiccagioni anche di minori. E lapidazioni. L'élite politica è in difficoltà e reagisce con rabbia», dichiara al Corriere Nazanin Ansari, nota attivista e direttrice del giornale in iraniano Kayhan di Londra, dove è esule. Poi aggiunge: «Il regime può fare tutto ciò perché gli intellettuali moderati non sono uniti, né rappresentati in un organismo. Non c'è un'opposizione forte». Ma la Repubblica Islamica non attacca solo femministe, giornalisti, intellettuali, politici con un progetto di Stato diverso, lesbiche e gay, minoranze etniche. A temere, e a pagare, è anche molta gente «normale». Come Kobra Najjar. Una donna qualsiasi di Tabriz, oggi di 44 anni, che dieci anni fu condannata a otto di carcere e poi - appunto - alla lapidazione, che attende ogni giorno la morte. O la salvezza. Una donna, come tante in Iran (e non solo), vittima ancor prima di un marito violento, un eroinomane che per 12 anni l'aveva costretta a prostituirsi per pagarsi la droga, diffusa ormai anche tra i più poveri, utilizzata da almeno 4 milioni di iraniani nonostante le durissime pene per i trafficanti. Fino al giorno in cui, racconta l'avvocato che la segue da allora, si confidò con un «cliente». Che poco dopo uccise il marito di Kobra, per giustizia, o forse, chissà, per gelosia o per amore. Lui, l'assassino, fu condannato a morte ma poi la famiglia dell'ucciso accettò il prezzo del sangue, denaro in cambio di perdono come prescrive la legge islamica. Per lei, Kobra, ritenuta complice e ovviamente adultera, nessuna clemenza. Solo mesi, anni di attesa. Che potrebbero finire nel modo più tragico. «La violazione dei diritti umani in Iran non solo si sta espandendo in nuovi campi, ma sta trovando nuove dimensioni », dichiara Shirin Ebadi, avvocato e Premio Nobel. Non è sola in questa denuncia. Ma le cose, per ora, non cambiano.
Massacrate Il video di una lapidazione nel nord dell'Iran, diffuso da un gruppo di dissidenti che si sono rifugiati in Germania qualche anno fa (Reuters)
La 44enne iraniana Kobra Najjar, condannata ad essere lapidata per adulterio
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