Dimenticate i kassam per i tunnel di Gaza passano le spose
Testata: ANSA Data: 18 gennaio 2008 Pagina: 1 Autore: Safwat al Kahlout e Carlo Bollino Titolo: «Traffico di spose dentro i tunnel di sabbia»
I tunnel che collegano Gaza ed Egitto non servono solo al passaggio di "armi, pezzi di ricambio, formaggio o sigarette","attraverso quei tunnel vengono contrabbandate anche le spose", "anche loro vittime dell'isolamento di Gaza". In realtà l'isolamento di Gaza è una conseguenza della continua aggressione terroristica lanciata dal territorio della Striscia e del traffico di armi che la alimenta. Ma Safwat al Kahlout e Carlo Bollino nel seguente pezzo pubblicato sul sito di ANSA, sono interessati ad altro: a presentare in una luce positiva il contrabbando palestinese (che rende possibile il terrorismo) e in una cattiva Israele. Che cosa potevano trovare di meglio della storia delle spose che, come i razzi kassam e altri ordigni di morte, transitano per i tunnel di Gaza?
Stupisce, semmai che ANSA abbia pubblicato un simile pezzo, che forse nemmeno la stampa specializzata in gossip avrebbe preso in considerazione. Altro che news, pur di attaccare Israele la prima agenzia stampa italiana si occupa di pettegolezzi.
Ecco il testo:
Nei tunnel scavati fra terra e sabbia che collegano clandestinamente la Striscia di Gaza all'Egitto, non passano solo armi, pezzi di ricambio, formaggio o sigarette. Da quando Hamas ha assunto il controllo della zona, e Israele ha blindato le frontiere, attraverso quei tunnel vengono contrabbandate anche le spose. Non sono ragazze destinate alla prostituzione, o vittime di una tratta illegale: no, sono proprio spose che tornano dai mariti, o giovani donne ansiose di giungere finalmente a Gaza per poter sposare l'uomo che amano.
"Sono anche loro vittime dell'isolamento di Gaza, e d'altra parte non hanno altro modo per entrare nella Striscia visto che le autorità israeliane da 18 mesi mantengono chiusa la frontiera" ci racconta Abu Ashraf. Lui lo chiamano "King", nel senso di Re. Re dei tunnel e primo contrabbandiere di spose. "Ho cominciato a far entrare le mogli dei miei amici, poi il business è cresciuto e alla fine tutti vengono da me, perché affidarti una sposa è anche una questione di fiducia" dice con un certo orgoglio. Non fa beneficenza, il Re: per ogni sposa contrabbandata a Gaza chiede 3.000 dollari, che per un palestinese medio corrispondono più o meno al lavoro di sei mesi.
A dispetto delle pretese israeliane di isolare Gaza in un assedio impenetrabile, fra il nord della Striscia e l'Egitto ci sono centinaia di tunnel già scavati. In questo momento ne funzionano solo 20, e di questi ben cinque appartengono al King. Lui ha 37 anni e fa questo mestiere da quando era bambino: "Mio padre ha cominciato nel 1984 - ricorda - io gli sono stato al fianco da subito e da allora non ho mai smesso". Solo che un tempo scavare i tunnel era più semplice: "Non c'erano grandi controlli - dice - gli egiziani erano tolleranti, bastava una galleria di venti metri e il gioco era fatto". Ora invece l'esistenza dei tunnel rischia di compromettere i delicati rapporti fra Egitto ed Israele e la vigilanza si è fatta più dura. Lo si capisce dalla lunghezza degli scavi: "Si arriva fino a 700 metri, ed è un lavoro di settimane" conferma il Re. Dalla parte palestinese, nelle zone intorno a Rafah, si mette in piedi una serra e al riparo dei grandi teloni si inizia ad aprire la buca, mai più larga di un metro. Il problema è dall'altra parte del confine: bisogna scavare il più profondo possibile fino a quando si raggiunge il fango evitando che in superficie le guardie di frontiera egiziane sentano rumori. Poi, scanalando nella terra e nella sabbia, occorre risalire lentamente aprendo infine l'ingresso in zone sicure, lontane dai controlli.
Da quando Hamas è al potere, e l'isolamento della Striscia é cresciuto, il Re ha visto esplodere il suo business: "Ma non mi interesso di politica - precisa - sono solo un imprenditore". Che per procedura deve pagare ad Hamas una tassa sulla merce che importa. Paga quasi su tutto, non sulle spose. "La prima donna che ho portato a Gaza attraverso il tunnel ci stava mettendo nei guai - racconta l'uomo - all'imboccatura dello scavo fu presa dal panico, chiusa in quel budello di buio iniziò ad urlare e mancò poco che le guardie egiziane ci beccassero". Fu da allora che per le spose viene adottato un procedimento speciale: "Le addormentiamo con uno spray, così almeno restano calme - dice il contrabbandiere senza ironia - poi le leghiamo sulla barella e quella, trascinata sul fango da un cavo, risale lentamente il buio del tunnel fino a Gaza". Un attraversamento che dura mezz'ora. E' la stessa "slitta" sulla quale attraverso le gallerie di sabbia vengono trasportate le sigarette, i medicinali, le bibite, le armi, i pezzi d'auto, insomma tutto quello che arriva illegalmente nella Striscia. Il business delle spose non è cosa da poco: "Finora ne sono entrate circa 200" rivela il Re, e di nazionalità diverse, non solo palestinesi senza documenti ma anche siriane, libanesi, egiziane, alcune russe e pure una rumena. Ragazze sposate con palestinesi conosciuti all'estero: quasi sempre è accaduto che il marito fosse rientrato a casa prima dell'assedio, mentre loro sono state costrette a raggiungerlo passando sotto terra perché gli israeliani nel frattempo hanno blindato le frontiere anche per le straniere. Donne che hanno scelto di lasciare città come Mosca o Bucarest, per infilarsi dentro un cunicolo nero e rinchiudersi per sempre nel gigantesco carcere di Gaza. "I tunnel in genere servono ad evadere dalle prigioni - riconosce il Re - non ad entrarci. E quindi è amore, caro mio. Quello è vero amore".