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Avvenire Rassegna Stampa
17.01.2008 Dopo la "spirale della violenza", la "forza cieca" del conflitto
un altro modo per non vedere l'aggressione terroristica contro Israele

Testata: Avvenire
Data: 17 gennaio 2008
Pagina: 15
Autore: E. A.
Titolo: «Gaza, ancora sangue: centrata auto di civili»
"Incursioni e omicidi mirati (e tragicamente sbagliati) da una parte. Una gragnola di razzi dall’altra", così AVVENIRE del 17 gennaio 2008 sintetizzail recente acutizzarsi della cirisi israelo-palestinese.
Sarebbe all'opera, "una forza cieca che costringe gli attori in campo a ripetere sempre lo stesso copione".
Con parole lievemente diverse, è la vecchia tesi della "spirale della violenza", nella quale si confondono le responsabilità del terrorismo palestinese e di Israele.
Ma si tratta di un grave errore: non esiste nessuna spirale della violenza, e nessuna "forza cieca".
Esiste una costante aggressione contro Israele, che da Gaza con l'uso di razzi kassam prosegue ininterrottamente dal ritiro deciso da Ariel Sharon, spesso nell'indifferenza dei mezzi di informazione italiani.
A questa aggressione segue l'inevitabile risposta israeliana. Inevitabile e doverosa, se il dovere iderogabile di uno Stato è quello di proteggere la vita e la sicurezza dei suoi cittadini.

Ecco l'articolo:

 I l copione non cambia.
  Incursioni e omicidi mirati (e tragicamente sbagliati) da una parte. Una gragnola di razzi dall’altra. La crisi israelo­palestinese, nonostante l’avvio dei negoziati di tre giorni fa, sembra posseduta da una forza cieca che costringe gli attori in campo a ripetere sempre lo stesso copione.
  Ieri, dopo la giornata di sangue di martedì, ci sono stati ancora morti.
  Almeno tre persone sono rimaste uccise, fra le quali un bambino, in un raid aereo israeliano a Gaza. Nel mirino c’era un pick-up con a bordo alcuni miliziani. In realtà è stata centrata un’autovettura con a bordo tre membri di una stessa famiglia palestinese, “colpevole” solo si trovarsi dietro il fuoristrada dei miliziani. Le stesse autorità militari israeliano hanno ammesso l’“errore”. Nel pomeriggio, un altro missile ha centrato un’auto, sempre a Gaza: morti i due occupanti.
  Sull’altro fronte, la città israeliana di Sderot è stata nuovamente bersagliata dai miliziani palestinesi. Cica 50 razzi Qassam sono esplosi nelle sue immediate vicinanze, senza provocare vittime. In Cisgiordania, membri dell’unità scelta israeliana Duvdevan (“Ciliegia”) hanno sorpreso e ucciso il capo del braccio armato della Jihad islamica in Cisgiordania, Walid Obeidi, 44 anni. Era ricercato da anni perché considerato responsabile di diversi attentati fra cui uno avvenuto a Tel Aviv nell’aprile 2006 in cui rimasero uccisi 11 israeliani. La Jihad islamica ha preannunciato ritorsioni. Gaza osserverà tre giorni di lutto. Intanto sul fronte politico, mentre il premier israeliano Ehud Olmert deve fare i conti con la defezione dal governo del partito di destra Israel Beitenu, si registra la
telefonata di “solidarietà” del presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, al leader di Hamas, Ismail Haniyeh. L’acuirsi della crisi apre un margine nel quale l’Iran non esita a infilarsi: «Le atrocità del regime sionista – sono le parole di Ahmadinejad – sono il risultato della presenza del presidente americano George W. Bush nella regione». E nel pomeriggio il presidente Abu Mazen con un gesto senza precedenti ha telefonato al leader di Hamas a Gaza, Mahmud al-Zahar, il cui figlio (miliziano delle brigate Ezzedin al-Qassam) era rimasto ucciso nei raid di due giorni fa. È la prima volta che Abu Mazen intrattiene un colloquio diretto con un alto esponente di prima fila di Hamas da quando nel giugno scorso il movimento integralista ha assunto il controllo politico e militare della Striscia. Il premier israeliano Olmert ha ordinato la rimozione dal terreno di due piccoli avamposti di coloni nella Cisgiordania settentrionale.
  Le operazioni di sgombero si sono svolte senza incidenti ma i coloni avvertono che, alla partenza dei soldati, torneranno subito ad erigere gli stessi avamposti.
  Sull’altro fronte, il ministro della sanità nel deposto governo di Hamas nella striscia di Gaza, Bassem Naim, ha lanciato un nuovo grido d’allarme sulla situazione «catastrofica» della sanità. Naim ha detto che, a causa della chiusura della Striscia, le condizioni della sanità sono peggiorate al punto che stanno perfino per mancare anche le bare per seppellire i morti. La mancanza di medicine e di apparecchiature mediche, ha detto, rende la situazione ancora più drammatica. Una settantina di palestinesi, finora, ha aggiunto, sono morti perché impossibilitati a recarsi all’estero per cure mediche. (
E.A.)

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