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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.01.2008 Moratoria sulla moschea di Bologna, sulla pena di morte, sulla sharia, sull'aborto: ma i valori si difendono diversamente
l'opinione di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 gennaio 2008
Pagina: 36
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Dietro le moratorie c'è il tradimento dei valori»
Dal CORRIERE della SERA del 16 gennaio 2008, un articolo di Magdi Allam:

Nel giro di un mese si sono riproposti gli appelli per la moratoria su questioni che concernono la sfera dell'etica, della fede e della civiltà.
Ebbene mi chiedo: la moratoria, che è un istituto giuridico e politico adottato in situazioni d'emergenza e fondato sulla logica del compromesso, è effettivamente uno strumento in grado di tutelare i valori assoluti, universali e trascendenti, a cominciare dalla sacralità della vita, o all'opposto è uno stratagemma tattico volto ad aggirare e rinviare la soluzione del nodo strategico, finendo di fatto per ledere l'integrità dei valori e per cedere sul primato dell'etica?
Il 13 gennaio la Curia di Bologna ha chiesto una moratoria sul progetto di una mega-moschea, che il Comune è determinato a concedere agli estremisti islamici dell'Ucoii. Questa iniziativa indica la consapevolezza che la mega-moschea metterebbe ulteriormente a repentaglio un'identità collettiva che storicamente ha avuto il suo riferimento spirituale nella Chiesa cattolica, ma sottintende il timore di scontrarsi con tutte quelle forze politiche e sociali infatuate dell'ideologia del relativismo etico e del multiculturalismo.
Il 19 dicembre 2007 l'Assemblea generale dell'Onu ha approvato una moratoria mondiale della pena di morte. Trattandosi di una risoluzione non vincolante, ha permesso all'Italia che l'aveva promossa di gridare vittoria anche se di fatto non avrà alcuna conseguenza. Nello stesso giorno il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, ha lanciato la proposta di una «moratoria dell'aborto» che si è concretizzata, il 14 gennaio, in una lettera indirizzata al segretario dell'Onu in cui si auspica che gli Stati membri accolgano un emendamento dell'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che affermi il «diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale». Ferrara non chiede l'abolizione della legge 194 che legalizza l'aborto, ma solo una campagna culturale che ponga fine all'uso dell'aborto quale strumento per la limitazione delle nascite e il miglioramento della razza.
Perfino l'ideologo dei Fratelli Musulmani, Tariq Ramadan, il 30 marzo 2005, lanciò una «moratoria nell'applicazione delle pene corporali islamiche». Un'iniziativa che si è rivelata una mera campagna propagandistica volta a ingraziarsi le simpatie di un Occidente alla disperata ricerca di musulmani «moderati» da contrapporre ai terroristi islamici, ma che non ha alcuna possibilità di concretizzarsi nei paesi musulmani che applicano la sharia.
Alla luce di tutto ciò emerge che i valori mal si conciliano con la moratoria, cioè con la logica del compromesso propria della politica, basata sul convincimento che sia preferibile impegnarsi per ottenere il possibile anziché correre il rischio di non ottenere nulla. Mi sembra evidente che il perseguimento dei valori non può essere messo alla stregua della realizzazione di un traguardo politico, in cui ci si ispira al criterio del pragmatismo, di quel buonsenso che si sostanzia nel «volemose bene» e nel «cerchiamo di andare tutti d'accordo», di quel «cerchiobottismo» con cui si vuol dare un contentino agli uni e agli altri. E' l'esperienza stessa che ci fa comprendere che i valori possono essere affermati e salvaguardati solo accettandoli e difendendoli strenuamente. Intendo dire che sarebbe necessario che si dicesse con chiarezza e fermezza, da parte della Curia di Bologna, «no» alla mega-moschea dell'Ucoii; da parte dell'Onu «no» alla pena di morte; da parte di Ferrara «no» alla legge che legalizza l'aborto; da parte di Ramadan «no» alle pene corporali islamiche. Ma se noi non abbiamo la consapevolezza e il coraggio di affermare e difendere la sacralità della vita e l'insieme della nostra civiltà giudaico-cristiana, l'espediente della moratoria sa tanto di valvola di sfogo con cui ci auto-inganniamo e ci auto-condanniamo.

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