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Stare alla finestra e vedere come andrà a finire: l'etica di Sergio Romano 15/01/2008
Sergio Romano scrive, domenica, sulla distinzione fra terroristi e patrioti, e, come sempre, non perde l'occasione per allargare il discorso ad Israele.
Cerca, è vero, di spiegare, a modo suo, perchè Hamas e Hezbollah sarebbero non già terroristi riconosciuti, ma forse piuttosto bravi patrioti. Sarebbe solo "l'insistenza" di Israele con la grande potenza amica che le avrebbe fatte definire organizzazioni terroristiche!
Tralascio, per brevità, il fatto, che considero gravissimo, di aver anche messo insieme forme di terrorismo ben diverse le une dalle altre, proprio per aver buon gioco di infilare, fra gli aspiranti patrioti, coloro che cercano di uccidere nel mucchio quanti più innocenti possibile; l'uccisione di bambini e comunque di cittadini, che nulla hanno a che vedere con la politica del proprio stato, non dovrebbe essere davvero messa insieme all'uccisione di soldati di potenze straniere.
Ma altrettanto grave è la chiusura della risposta al lettore, e per questa ragione desidero qui riprendere le esatte parole:
"Come dovrebbero comportarsi i governi stranieri quando il Paese minacciato chiede loro insistentemente di definire terroristi i suoi nemici? Nei limiti del possibile la linea preferita è quella di stare alla finestra senza sbilanciarsi troppo da una parte o dall'altra. Non si sa come andrà a finire e nessuno vuole pregiudicare i propri rapporti con il vincitore quando la fase della lotta si sarà conclusa."
Tutti siamo ben consci di quanta poca moralità vi sia nella politica, e soprattutto nella politica dei giorni nostri. Ma Romano, con la sua risposta, si rende complice della peggior politica che conosciamo. Il vero statista, e tanti sarebbero gli esempi, non gli perdonerebbe una simile dichiarazione, se fosse relativa a suoi atti. Certi episodi non possono essere visti che come criminali, da qualunque parte li si guardi, qualunque sia la loro motivazione. E bisogna che tutti abbiano il coraggio di dichiararlo ai quattro venti. Poi, certo, vi sono anche episodi che possono essere visti in diversi modi, come sempre quando vi sono le guerre. Gli eroi di una parte non sono praticamente mai tali per il nemico. Ma questo vale per gli episodi di guerra fra eserciti combattenti. Non quando vi sono di mezzo persone innocenti o atti di assoluta criminalità. E il dichiarare che è meglio stare alla finestra per vedere come andrà a finire dimostra chiaramente il perché delle reiterate dichiarazioni di Romano relative al conflitto israelo-palestinese. Ma non speri lui, in tal modo, di potersi conquistare delle benemerenze, il giorno in cui i fondamentalisti islamici prendessero il potere in Europa. La storia della seconda guerra mondiale insegna che i criminali non guardarono poi in faccia nessuno.
Seguendo il ragionamento di Romano, mi chiedo: se nella seconda guerra mondiale avessero vinto le forze nazi-fasciste, anche lui sarebbe fra quelli che, avendo vinto i carnefici degli ebrei, non ne chiederebbe loro conto? Per ragioni anagrafiche lui ha potuto aspettare  la fine del conflitto, ma, se loro fossero stati i vincitori, ...
Cordiali saluti
Emanuel Segre Amar

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