A rischio la missione italiana in Libano anche Hezbollah a interesse a far crescere la tensione
Testata: Il Giornale Data: 09 gennaio 2008 Pagina: 12 Autore: Fausto Biloslavo Titolo: «E nel Libano del Sud cresce il pericolo per i soldati italiani»
Dal GIORNALE del 9 gennaio 2008:
Un attentato ai caschi blu nel sud del Libano e un controverso lancio di due razzi verso Israele torna a far salire la tensione nel Paese dei cedri. Ieri un veicolo della missione Unifil, che fa da cuscinetto fra Hezbollah e Israele nel Libano meridionale, è stato investito dall’esplosione di una bomba: due caschi blu irlandesi sono rimasti feriti dall’ordigno innescato da un comando a distanza. L’attentato è avvenuto nei pressi di un villaggio cristiano, ma non lontano da un grande campo palestinese ai sobborghi di Sidone infiltrato da emuli di Al Qaida. I 13500 caschi blu schierati nel sud del Libano, di cui fanno parte 2500 italiani, sono comandati dal generale degli alpini Claudio Graziano. Trappole esplosive e razzi ricompaiono alla vigilia della visita in Medio Oriente del presidente americano Bush. Per il Libano, però, è anche la vigilia della presentazione a Beirut del piano della Lega araba per sbloccare la grave crisi politica. Da novembre il Paese non ha un presidente, ma il piano prevede l’elezione del capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Michel Suleiman. Milos Struger alto funzionario della missione Onu ha sottolineato, dopo l’attentato, che «esistono una serie di minacce da parte di gruppi affiliati ad Al Qaida che vanno prese seriamente». Solo 24 ore prima era «resuscitato» con un messaggio audio, Shaker al Abssi, capo di Fatah al Islam, un gruppo palestinese legato ad Al Qaida. Al Abssi ha minacciato sfracelli soprattutto contro l’esercito libanese. Invece Osama bin Laden nell’ultimo messaggio del 29 dicembre scorso ha accusato i caschi blu «di proteggere gli ebrei». Anche gli hezbollah potrebbero avere interesse a lanciare un avvertimento ai soldati dell’Onu. Il Partito di Dio ha di nuovo riempito i suoi arsenali, a nord del fiume Litani, grazie alle forniture provenienti da Siria e Iran. In questa zona emissari sciiti hanno comprato terreni per costruire nuovi reticoli di bunker. Inoltre in novembre si è tenuta un’esercitazione militare con migliaia di sciiti. I caschi blu possono fare ben poco perché la loro area di competenza arriva fino alla sponda meridionale del Litani. Il problema è che Hezbollah vorrebbe spostare parte degli arsenali più a sud, verso il confine israeliano. Una bomba «dimostrativa», come quella di ieri, potrebbe voler dire ai caschi blu che sarebbe meglio chiudere un occhio.
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