Violenza del fondamentalismo islamico contro i cristiani in Iraq e in Gran Bretagna
Testata: La Repubblica Data: 07 gennaio 2008 Pagina: 12 Autore: Alix Van Buren - Enrico Franceschini Titolo: «Iraq, ondata di attentati contro chiese - "Islam violento in Gran Bretagna zone off limits per i cristiani"»
Un articolo di Alix Van Buren sull'ondata di attentati anticristiani in Iraq, da La REPUBBLICA del 7 gennaio 2008:
La notizia dei sei attentati ieri, nella festa dell´Epifania cristiana, contro tre chiese e altrettanti conventi a Bagdad e Mosul, compresa l´autobomba alla chiesa di san Giorgio nella capitale dove il cardinale Emmanuel III Delly aveva appena celebrato la Messa, ha ispirato all´arcivescovo cattolico-caldeo Loiuis Sako parole troppo spesso pronunciate negli ultimi quattro anni: «Sono un messaggio preciso e rientrano in un piano coordinato». Danni a parte - soltanto materiali e quattro feriti - i terroristi hanno infatti indirizzato il carico esplosivo con sulfurea equanimità alle varie denominazioni cristiane insediate lì da millenni: la chiesa greco-ortodossa e il convento delle suore caldee a Bagdad; la chiesa caldea di San Paolo semidistrutta a Mosul, l´ingresso dell´orfanatrofio gestito dalle suore caldee a Alnoor, una chiesa nestoriana e il convento delle suore dominicane di Mosul a Aljadida. Nel ricalcare la variegata mappa della comunità caldeo-assira, stando alle autorità religiose e civili, la scelta degli obiettivi riecheggia simili ondate di attentati che vanno ripetendosi dal 2003 nella volontà di scalzare la popolazione indigena cristiana - forte di un milione e più di persone - dalle zone dove s´infittiscono gli scontri per il controllo del territorio invocato dai curdi. Questo vale in particolare per Mosul, al limite del Kurdistan, e per le pianure di Ninive dove sono i campi più fertili coltivati per millenni dai caldeo-assiri, sotto i quali giacciono le fonti d´acqua più importanti per l´Iraq centrale e meridionale, e dove passa l´oleodotto che da Kirkuk, feudo curdo, va in Turchia. Il 75 per cento dei cristiani è già stato espulso, in larga parte sfollati all´interno del Paese o profughi all´estero. Lo stesso destino tocca le minoranze degli Yezidi, gli Shabat e i Turcomanni. Nel resto del Paese, le operazioni degli "insorgenti" sono in calo mentre crescono, secondo il Comando Usa, gli attentati suicidi. Nella capitale un kamikaze ha seminato strage fra i militari riuniti a celebrare la festa dell´Esercito iracheno: 11 morti e fra questi un uomo anziano mentre posava fiori sui fucili di tre soldati. L´America piange anche il primo caduto del 2008: Andrew Olmsted, 38 anni, maggiore per rango, blogger, "libertario" e umorista per autodefinizione. Aveva scritto in rete: «Sono morto. Che schifo, almeno per me, la famiglia e gli amici. Però non piangetemi, perché tutte le lacrime del mondo non mi riporteranno in vita: ricordate le cose belle». E aveva avvisato: «Sono andato in Iraq per motivi miei, non vostri. Non usatemi per azzittire gli avversari, per chiedere il ritiro o il raddoppio delle truppe. Io ho una mia idea sull´Iraq, ma visto che non ci sono più, la tengo per me».
Una corripondenza da Londra di Enrico Franceschini:
LONDRA - L´estremismo islamico ha creato in Gran Bretagna delle «zone proibite» per i cristiani, che ritengono queste aree troppo pericolose per risiedervi o per andarci a lavorare. Ad affermarlo, con un articolo di denuncia sul Sunday Telegraph, è un vescovo anglicano, il reverendo Michael Nazir-Ali, responsabile della diocesi di Rochester e l´unico vescovo di origine asiatica nel sinodo della Chiesa d´Inghilterra: è nato in Pakistan da un padre musulmano che si convertì al cattolicesimo. Il suo intervento ha scatenato una nuova polemica sul multiculturalismo, che secondo il vescovo ha causato un atteggiamento dimesso e passivo tra la maggioranza cristiana britannica e minaccia di trasformarla poco per volta in una minoranza, o comunque in una società incapace di far sentire la propria voce e le proprie idee. Ma c´è anche chi accusa il reverendo Nazir-Ali di intolleranza e la sua iniziativa sembra riflettere più la crisi della fede anglicana in un paese fortemente secolarizzato che il fallimento del multiculturalismo attivamente promosso nell´ultimo decennio da Tony Blair e ora dal suo successore Gordon Brown. Monsignor Nazir-Ali paragona il comportamento degli estremisti musulmani nel Regno Unito alle intimidazioni dell´estrema destra, sostenendo che sta diventando sempre più difficile per il cristianesimo essere la religione ufficiale di stato in una società multiconfessionale e multiculturale come quella britannica. Attaccando la politica del governo laburista sull´immigrazione e l´afflusso di «gente di altre fedi sulle nostre coste», il vescovo di Rochester denuncia «la filosofia del multiculturalismo» per avere permesso alla società di diventare profondamente divisa. Le sue parole trovano un´eco in un sondaggio svolto tra tutti i vescovi del sinodo anglicano, da cui risulta che la maggioranza sente minacciata la tradizione anglicana della Gran Bretagna e teme che la crescente presenza di altri culti diluisca «la natura cristiana» del Regno Unito. Nel mirino ci sono l´immigrazione e il concetto di una società dove molteplici culture e religioni convivono indipendentemente. «Quella espressa dal vescovo Nazir-Ali è una posizione irresponsabile», commenta Ibrahim Mogra, portavoce del Muslim Council of Britain. «Il vescovo dovrebbe accettare il fatto che la Gran Bretagna è una società multiculturale in cui siamo tutti liberi di seguire le nostre inclinazioni religiose e al tempo stesso siamo estremamente orgogliosi di essere cittadini britannici. La nostra organizzazione non permetterebbe la creazione di zone vietate ai non musulmani. Sento odore di estrema intolleranza quando qualcuno critica il multiculturalismo senza prove evidenti che non funzioni». Un diverso aspetto del problema è che il Regno Unito è diventato fortemente secolarizzato, al punto che l´affluenza alla messa domenicale nelle chiese cattoliche supera l´affluenza nelle chiese anglicane, nonostante il cattolicesimo sia una religione minoritaria in questo paese. Anche la recente conversione di Tony Blair al cattolicesimo ha rafforzato l´idea che la religione anglicana sia seriamente in crisi. Ma non certo per colpa dell´Islam.