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Il Manifesto Rassegna Stampa
06.01.2008 Dentro a quale film western vive Michele Giorgio ?
fin dove arriva il delirio ideologico

Testata: Il Manifesto
Data: 06 gennaio 2008
Pagina: 11
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele rastrella in Cisgiordania»

Leggere le corrispondenze di Michele Giorgio può anche essere divertente, basta non prenderle sul serio, che è poi l'unico modo di leggere il MANIFESTO. Ma è anche istruttivo. Per esempio, sul numero di oggi, 06/01/2008, a pag. 11, sotto l'impareggiabile titolo " Israele rastrella in Cisgiordania" Michele Giorgio raconta alcuni accadimenti bacchettando Israele e Anp in modo assolutamente comico, come lo è la scelta della parole roboanti che condiscono le sue cronache. Come essere al cinema dove si proietta un film western, i buoni di qua, i cattivi di là. Invitiamo i nostri lettori ad un esperimento, si leggano le cronache da Israele/Palestina di oggi un po' su tutti i giornali, e poi le confrontino con lo stile del pezzo di Giorgio che riportiamo.

Erano contraddittorie le notizie che arrivavano ieri sera da Nablus. Testimoni hanno riferito che le forze di occupazione israeliane, che per tre giorni avevano messo sotto coprifuoco buona parte della città ed effettuato rastrellamenti e arresti, hanno lasciato il centro abitato mettendo fine alla loro invasione. Secondo altre fonti i soldati israeliani la scorsa notte erano ancora nei quartieri periferici. «I carri armati hanno lasciato la città ma non è chiaro se l’invasione sia effettivamente terminata ovunque», ci ha raccontato al telefono Gabriella, una volontaria dell’associazione genovese “Zaatar”. Anche una delegazione dell'Osservatorio Euromediterraneo di Napoli è passata per la città. Il presidente, Raffaele Porta, ha chiesto alle autorità israeliane di incontrare in carcere il sindaco Adli Yaish per verificare le sue condizioni di salute. Yaish lo scorso anno è stato arrestato dagli israeliani, insieme ad altri sindaci palestinesi. «Ci sentiamo in dovere, come espressione di una città gemellata con Nablus, di incontrare il suo sindaco che è detenuto per ragioni mai chiarite del tutto», ha dichiarato Porta. Quest’ultimo pesante raid israeliano a Nablus si lascia dietro una scia di feriti, arresti e distruzioni. Almeno 40 palestinesi sono stati feriti, uno è in condizioni gravissime. Non è noto il numero preciso degli arrestati: una trentina secondo alcune fonti, molti dei quali non sarebbero di Hamas ma proprio di Fatah, il partito di Abu Mazen. A vedersela peggio sono stati i 50mila abitanti della casbah, circondata per tre giorni dai mezzi blindati. I militari si sono serviti di cariche di esplosivo per far saltare le saracinesche di negozi e le porte delle case prese di mira. Una quindicina di abitazioni sono state occupate dai soldati che per tre giorni hanno tenuto bloccati i proprietari, compresi i bambini. «Neanche il personale medico palestinese ha avuto la possibilità di visitare le famiglie costrette a rimanere in casa», ha riferito Gabriella di “Zaatar”. E non sono mancati arresti di medici ed infermieri dei due principali ospedali di Nablus, circondati per tre giorni dalle forze armate israeliane. L'operazione militare, descritta come «difensiva» dal portavoce israeliano Arie Mekel, è stato uno schiaffo in faccia all’Anp di Abu Mazen che nei mesi scorsi, eseguendo le disposizioni ricevute dal generale Keith Dayton (responsabile statunitense per i servizi di sicurezza palestinesi), aveva dispiegato nella città centinaia di agenti, ufficialmente per «riportare la legge e l’ordine», in realtà per mettere a fine alla rivolta contro l’occupazione. Israele da parte sua continua ad agire indisturbato incurante degli «sforzi» di Abu Mazen. Il premier palestinese Salam Fayyad ha criticato la politica israeliana e così ha fatto anche uno dei negoziatori palestinesi, Saeb Erekat. Ma è una protesta apparente perché le forze di sicurezza dell’Anp di fatto agiscono in parallelo con quelle israeliane. Anche ieri hanno effettuato arresti di palestinesi (di Hamas) in varie località della Cisgiordania e il ministro degli esteri Riad Malki ha messo in chiaro che l’invasione israeliana di Nablus non interromperà «l’impegno per riportare l’ordine» in città. Resta teso il clima a Gaza dopo gli ultimi raid israeliani.Militanti del braccio armato di Hamas ieri hanno sparato per rappresaglia colpi di mortaio verso il territorio dello Stato ebraico senza fare danni. Il vice ministro della difesa israeliano Matan Vilnai ha ipotizzato la possibile scarcerazione del segretario di FatahMarwan Barghuti in cambio della liberazione del caporale Gilad Shalit catturato un anno e mezzo fa dai palestinesi. Pochi però ci credono.

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