Su REPUBBLICA di oggi, 05/01/2008, a pag.15, con il titolo " L'Onu dichiari i kamikaze criminali contro l'umanità ", Alberto Mattone riferisce della proposta del Centro Wiesenthal all' Onu. Nell'occhiello però si legge " La crociata del Wiesenthal sul New York Times ". Perchè l'uso della parola < crociata > ? Forse a REPUBBLICA ritengono quella dei kamikaze una buona azione ? Una domanda che i nostri lettori sono invitati ad inviare al quotidiano romano. basta cliccare sulla e-mail a fondo pagina.
DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME - «Dopo l´assassinio di Benazir Bhutto, cosa deve aspettare ancora il mondo per fare qualcosa? L´Onu deve convocare una sessione speciale dell´Assemblea generale e dichiarare che il terrorismo suicida è un crimine contro l´umanità». Il Simon Wiesenthal Center ha comprato un´intera pagina del New York Times e dell´International Herald Tribune per lanciare un appello alle Nazioni Unite, affinché mettano tra le priorità il fenomeno dei kamikaze.
Il Simon Wiesenthal Center chiama in causa il Palazzo di Vetro, dopo l´omicidio e l´attacco suicida contro Benazir Bhutto in Pakistan. Ma l´iniziativa ideata dal fondatore dell´organizzazione che combatte l´antisemitismo e che collabora ad assicurare alla giustizia i criminali nazisti, il rabbino americano Marvin Hier, dividerà l´assemblea Onu, di cui fanno parte molti Paesi islamici. «L´orribile omicidio dell´ex premier pachistano - è scritto nell´appello - è solo l´ultimo di una lunga serie di attacchi suicidi in cui sono morte migliaia di innocenti in trenta Paesi». Nel documento si chiede all´Assemblea generale dell´Onu di tenere una sessione speciale sul terrorismo suicida, e di mettere questo fenomeno «in cima all´agenda della comunità internazionale», come ha fatto con l´Aids e il riscaldamento globale del pianeta.
Il Wiesenthal Center, ispirato al cacciatore di nazisti, Simon Wiesenthal, sede principale a Los Angeles, ricorda che «alla fine della Seconda guerra mondiale la comunità internazionale scoprì la brutalità dei campi di concentramento, e dichiarò il nazismo crimine contro l´umanità». «Oggi - è scritto nell´appello - bisogna fare la stessa cosa con il terrorismo suicida». Per il rabbino Marvin Hier, dopo l´omicidio della Bhutto non si può perdere altro tempo. «Se il mondo non si mobilita - ha detto ad Haaretz - le vittime dei kamikaze in futuro saranno molte più di adesso». E aggiunge: «Tra trenta anni i giornalisti scriveranno: oggi sono morte 100 mila persone per un attacco suicida con armi biologiche».
L´appello si conclude con un invito ai leader religiosi a fare qualcosa. Li ammonisce, polemicamente, «a non ignorare che la maggior parte dei kamikaze sono credenti» e chiede di usare la loro influenza per combattere il fenomeno. È chiaro che agli estremisti islamici si riferisce il Wiesenthal center quando scrive che «i terroristi suicidi credono di agire in nome di Dio. I capi delle religioni denuncino nei sermoni che questo non ha nulla a che fare con la fede».
L´iniziativa ha avuto un ampio risalto sulla stampa israeliana. «È giusto chiamare in causa il Palazzo di Vetro - spiega Yail Dayan, figlia del mitico generale israeliano Moshe, vicesindaco di Tel Aviv ed esponente del Meretz - i terroristi parlano una lingua differente dalla nostra. L´integralismo deve essere combattuto prima di tutto dalla comunità musulmana al suo interno». Hanna Siniora, intellettuale palestinese, non la pensa così, e giudica l´appello «un´iniziativa strumentale». «La nostra gente ha già condannato il terrorismo suicida. Il fatto è un altro: il Wiesenthal Center non si può ergere a paladino dell´etica. A Gerusalemme vuole costruire la sua sede sopra il cimitero islamico».
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