E-mail inviata a Repubblica:
Non c’è guerrafondaio come un sincero pacifista, come del restro insegna tutta la storia cialtrona e pezzente del giornalismo democratico e de sinistra in Italia e nel mondo.
Pare dunque che la povera (ed ex libera – finchè non è capitata nelle vostre democratiche grinfie) Susan Sarandon non avrebbe dovuto trovarsi all’inaugurazione della gioielleria di un magnate dei diamanti perché questo sarebbe uno che finanzia i coloni ebrei.
Se capisco bene, il cordone di sicurezza intorno alla gioielleria di Lev Leviev è scattato con puntuale e meccanica protervia democratica non perché Leviev sia uno che finanzia i kamikaze che uccidono donne vecchi e bambini con geometrica potenza, diciamo 100/200 al colpo, tipo un Tariq Ramadan: infatti in questo caso a nessuno sarebbe venuta in mente l’idea balzana di andarlo a contestare. Non amiamo tutti Tariq, martire della demo-plutocrazia giuea e cristiana?
E nessuno avrebbe trovato nulla da ridire sulla Susan Sarandon, se avesse pianto per le povere madri degli innocenti kamikazzoni.
Direi che alla Susan Sarandon, ottima attrice e bellissima donna di passione professionale e umana, questa lezione sta molto bene. Imparerà una buona volta che dalle parti di sinistra non abita né l’umanità né la civiltà né la civile convivenza né il rispetto della vita.
E anche noi abbiamo qualcosa da imparare, poveri illusi che speriamo che finalmente l’Occidente smetta di farsi del male e dica che sì, i coloni nel deserto intorno ad Israele ci vanno bene –anzi benissimo- perché allargano la civiltà e allontanano le belve umane islamiche e palestinesi – facendo vedere da lontano a questi demoni assatanati di sangue umano che cosa possa la nostra civiltà e l’amore. E la piantino di pensare che il nostro sangue e quello dei nostri amici possa fermarci.
Solo voi di Repubblica non imparerere mai un tubo. Troppo presi a guardarvi l’ombelico politicamente corretto e de sinistra.
Ma fateci il piacere …..
Dott. arch. Dante Salmè