Batya Gur UN DELITTO LETTERARIO Nottetempo, 464 pp., euro 16
dal Foglio 29/12/2007
Il piacere di una buona lettura non dipende solo da quell’imperscrutabile e per certi versi misterioso legame che unisce la vita uno scrittore a quella del pubblico a più affezionato. Il libro come collettore mondi, o, se si preferisce levatore di mondi. Tutto ciò, si capisce, deve essere alla base una complicità diventata improvvisamente esplicita. Ma il libro è anche un oggetto tattile, visivo, profumato, ludico, che obbliga il bibliofilo alla maniacale necessità di conservare e catalogare l’oggetto del proprio desiderio. Lo ha capito benissimo Nottetempo, casa editrice romana che pubblica una nuova collana (Il pesanervi) di libri noir o fantastici dalla scrittura raffinata e trame agili e coinvolgenti. Solo chi, giovane e squattrinato, consumato gli occhi sui fitti volumi dei classici scritti in corpo 9 e su ruvida carta di risulta può comprendere la soddisfazione maneggiare il bel libro (nel significato materiale) di Batya Gur, scrittrice israeliana scomparsa nel 2005: elegante copertina disegnata da Jean Blancheart e tanta sostanza. Ancora una volta, semmai ve ne fosse stato bisogno, Israele si rivela il limes della cultura occidentale, la sponda estrema d’Europa unita quel ponte ideale formato dallo spirito molti intellettuali ebrei che hanno segnato corso della nostra storia. Così i ragionamenti, i tic, le debolezze umane e le virtù del commissario capo Michael Ohayon della polizia Gerusalemme ci sembrano subito familiari: i suoi gusti letterari e musicali sono i nostri, quelle fobie o il suo modo di mettere nudo i sospettati li abbiamo già sperimentati da qualche altra parte. Le sue intuizioni, sua bonarietà mediterranea ma in definitiva efficace, la sua intelligenza spiritosa non rendono così simile, per certi versi, ad Montalbano qualsiasi? E le ossessioni molti professori gerosolimitani al centro degli intricati delitti di questo gustoso giallo letterario non sono a noi così familiari perché simili alle manie, ai vizi privati e alle pubbliche virtù conosciute da chiunque abbia frequentato un qualche ateneo italiano o abbia apprezzato i tormenti culturali dei dotti personaggi medievali di Umberto Eco? Molti intrighi si nascondono dietro la morte di due membri del dipartimento: Shaul Tirosh, poeta carismatico e Iddo Dudai, promettente dottorando. Eppure a ben vedere il fascino personaggi disegnati da Batya Gur risiede quel tanto di esotico, di estremo e lontano che rende così unica, amata e dannata la terra d’Israele. (Bruno Pampaloni)