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Giorgia Greco
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Michael Sfaradi IL SORRISO DELLA MORTE 29/12/2007

Michael Sfaradi IL SORRISO DELLA MORTE Frilli, 310 pp., euro 12

dal FOGLIO del 29/12/2007

Nella “fascia di sicurezza” del Libano del sud, qualche anno fa, un elicottero del soccorso medico dell’Aeronautica militare israeliana in perlustrazione scopre seni di una dura battaglia, dodici cadaveri un ferito in coma, ma ancora vivo. Dopo due settimane di duro lavoro per restituire un’identità a cadaveri ormai quasi irriconoscibili, i morti arabi vengono consegnati alla Croce Rossa in Libano, e quelli israeliani vengono sepolti con tutti gli onori. sorpresa, però, il ferito che non può parlare resta nel suo letto, non reclamato nessuno. E grande è lo sbigottimento quando si scopre che si tratta del tenente colonnello Martin Josef Landau: un agente Mossad misteriosamente scomparso a Santiago del Cile due anni prima, e di cui era avuta più alcuna notizia. Ecco costruito nel primo capitolo un bel giallo da risolvere per il colonnello Avraham Luz, il figlio di due sopravvissuti ai lager che è incaricato delle indagini. L’autore, romano, vive fin dall’adolescenza fra l’Italia e Israele, di cui è cittadino. Grazie sue esperienze racconta in modo appassionato la realtà di un paese, Israele, emoziona e affascina. Violando tutte le regole dei polizieschi e delle spy stories tradizionali, però, l’italo-israeliano Michael Sfaradi svela tutto l’arcano al lettore secondo capitolo, prima ancora che l’eroe possa arrivarci da solo. Non importa. Altre rivelazioni e altri colpi di scena si succedono con piglio cinematografico nei sette capitoli successivi, che portano i protagonisti a correre da una parte all’altra globo terracqueo. E anche la posta in gioco via via rialza, fino a minacciare l’esistenza stessa dello stato ebraico, prima dello scioglimento finale. Ma se il mistero un pretesto per l’azione, anche l’azione rivela a sua volta un pretesto per portare avanti un preciso discorso sull’identità dello stato ebraico. Costretto spesso a giocare sporco, capace anche di allevarsi seno le più terribili mele marce, ma sempre in grado di riscattarsi grazie al suo significato di speranza e riscatto per un popolo dalle radici millenarie. “La Morte ancora aspettando e la sua falce è sempre sporca di sangue”, è il commento finale. Anche lei fa il suo lavoro, aspetta il momento di venirci a trovare per farci vedere suo sorriso. L’unica cosa che possiamo fare è sperare che questo accada il più possibile”. (Maurizio Stefanini)


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