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Il Foglio Rassegna Stampa
27.12.2007 Tariq Ramadan, eccolo il campione del moderatismo musulmano
Nel ritratto di Giulio meotti

Testata: Il Foglio
Data: 27 dicembre 2007
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Perchè Ramadan non ha visto»

Sul FOGLIO di oggi, 27/12/2007, a pag1-4, un ritratto di Tariq Ramadan di Giulio Meotti. Quel Tariq Ramadan che i nostri giornaloni si affannano a presentarci quale campione del moderatismo musulmano.

Invitiamo i nostri  lettori ad inviare una e-mail al giornale che leggono abitualmente, chiedendo perchè ci propinano sempre un'immagine falsa di Tariq Ramadan, quando è dimostrato che è un finanziatore dei gruppi terroristi.

Ecco l'articolo:

Roma. L’Università di Notre Dame, principale ateneo cattolico degli Stati Uniti, gli offrì una cattedra nel 2004. Tariq Ramadan ottenne il visto, ma all’ultimo momento il Dipartimento di stato fece marcia indietro negandogli l’ingresso. Il caso sarebbe diventato il principale banco di prova del rapporto fra la libertà accademica la sicurezza nazionale dopo l’11 settembre. “Una sorta di emblema della libertà d’espressione”, aveva detto Ramadan. infatti la crema del movimentismo liberal che va dall’American Civil Liberties Union, storica organizzazione per la difesa dei diritti civili, al Pen letterario fino una serie di organizzazioni accademiche accorsa in difesa dell’islamologo nipote Hassan al Banna, fondatore dei Fratelli musulmani. Tre giorni fa una Corte federale dello stato di New York ha chiuso quella controversia. Il giudice Paul Crotty di Manhattan ha stabilito che il celebre intellettuale svizzero non ha diritto a entrare negli Stati Uniti, respingendo così il ricorso contro il governo presentato da Ramadan, il quale ha sempre sostenuto che il visto gli era stato negato ingiustamente sulla scorta del Patriot Act, la legge antiterrorismo varata dopo l’11 settembre. La stampa progressista ha trasformato Ramadan in un martire: “Bush mi ha bandito per una ragione semplice: non condivido le sue idee”. Il giudice Crotty motiva così la sua sentenza: “Escluso a causa delle donazioni effettuate a organizzazioni che sostengono gruppi terroristici”. Il visto è stato dunque negato perché Ramadan quattro anni ha versato ingenti somme due agenzie svizzere incluse tra gli sponsor del jihad in Israele. La storica sentenza è un colpo durissimo per i liberal che hanno sostenuto il diritto di Ramadan far circolare le sue idee in occidente. Maanche una grande vittoria per il Patriot Act, che stabilisce il diritto del governo impedire l’ingresso negli Stati Uniti di non americano che fomenta odio e terrore. La difesa di Ramadan aveva scommesso tutto sull’incostituzionalità del Patriot Act. “La revoca del visto a Ramadan è una grave interferenza del governo che viola primo emendamento della Costituzione”, aveva detto Larry Siems, direttore del Freedom to write program del Pen. La giustizia americana in Ramadan non ha visto però un semplice esponente della corrente di pensiero islamica detta “tajdid”, rinnovo della lettura, quanto il finanziatore dello stragismo che ha portato la morte nelle case degli ebrei. In favore di Ramadan si sono schierati centinaia di accademici delle due sponde dell’oceano atlantico, Time magazine lo ha persino incluso nella lista dei “cento intellettuali più influenti al mondo”. L’islamista è ora riconosciuto colpevole di aver compiuto donazioni al Comité de Bienfaisance et de Secours aux Palestiniens (Cbsp) e all’Association de Secours Palestinien (Asp), incluse nella lista delle organizzazioni terroristiche emanata il 22 agosto del 2003 dalla Casa Bianca, assieme al Palestinian relief and development fund, che ha sede Inghilterra, alla Palestinian association Austria e alla Sanabil association for relief and development in Libano. Il Cbsp fu fondato in Francia negli anni Ottanta, l’Asp ne è invece la branca svizzera. Hamas ha utilizzato il loro denaro per realizzare la strategia di attentati suicidi che hanno ucciso più di mille israeliani. Dal 1998 al 2002, durante l’arco di tempo cui Tariq Ramadan ha elargito denaro alle due fondazioni palestinesi, sulle strade Gerusalemme e Tel Aviv saltavano in aria 694 israeliani. segue dalla prima pagina) Con la decisione statunitense del 2003, per la prima volta non furono colpiti soltanto i flussi occulti delle Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas. Perfino il New York Times elogiò la Casa Bianca che aveva deciso il giro vite anche nei confronti di quelle associazioni, che col paravento dell’assistenza umanitaria, hanno raccolto fondi per Hamas. La sentenza di New York stabilisce una volta per tutte che Tariq Ramadan stato uno dei principali sponsor della filiera del terrore palestinese. In un forum organizzato dal Nouvel Observateur nel dicembre 2004, a domanda postagli da un lettore (“sostiene lo smantellamento dell’entità sionista?”), Ramadan disse: “L’idea due stati sulla base delle frontiere del fondamentale, ma non può essere una tappa: il traguardo è la convivenza modo ugualitario in uno stato comune”. La sentenza rende giustizia all’islamologo americano Daniel Pipes, che si è battuto per negare il visto a Ramadan e che oggi consulente di Rudy Giuliani. Il 19 settembre 2006 Aaron Martz dell’ambasciata americana di Berna negò nuovamente il con l’accusa di fiancheggiamento del jihadismo. Pipes avanzò sette ragioni per interdire Ramadan: il predicatore sudanese Hassan al Turabi, legato ad al Qaida, chiama “futuro dell’islam”; nel 1996 il ministro dell’Interno francese, Jean Louis Debré, gli negò l’ingresso per legami col terrorismo; il giudice spagnolo Baltasar Garzón nel 1999 lo ha collegato al qaidista Ahmed Brahim, condannato nell’aprile 2006 a dieci anni di prigione in Spagna; con lui studiato Djamel Beghal, che sconta dieci anni per aver progettato un attentato all’ambasciata americana di Parigi; Ramadan ha definito “interventi” le stragi di e Madrid, costati la vita a quattrocento persone, ed è collegato alla Taqwa Bank, che l’intelligence americana accusa di collusione col jihadismo; ha frequentato Menad Benchellali, reduce dalla Cecenia dal giugno 2006 sconta dieci anni di carcere per un fallito attacco chimico in Francia. L’attuale ministro degli Esteri francesi, Bernard Kouchner, ha definito Ramadan the most dangerous man”. Il Consiglio francese del culto musulmano si rifiutò persino di pubblicare la raccolta di fatwe di Yusuf al Qaradawi, in cui invitava a liberare al Quds” (Gerusalemme). La prefazione era firmata Ramadan. Un memo dell’intelligence svizzero del 2001 riferisce i fratelli Ramadan nel 1991 a Ginevra organizzarono un incontro con Ayman Zawahiri e Omar Abdel Rahman”, lo sceicco cieco condannato per il primo attacco World Trade Center. Il Centre Islamique Genève, di cui Hani e Tariq Ramadan propulsori e protagonisti, nell’agosto 2005 elogiava la carovana dei martiri fratelli di Fallujah”, la roccaforte sunnita che il quotidiano arabo Al Sharq Al Awsat aveva appena ribattezzato la “Repubblica di Zarqawi”.

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