di ELENA LATTES
Gli avevano negato il visto in Irlanda e l'emittente televisiva della quale è un dirigente non può trasmettere negli Stati Uniti e in Francia, ma in Gran Bretagna è stato applaudito da una platea colma di "pacifisti" e no-global. Ibrahim Mousawi, già portavoce degli Hezbollah, e redattore di Al Manar, il canale attraverso il quale l'organizzazione fondamentalista incita alla jihad contro gli infedeli, alla distruzione di Israele e racconta che gli attentati dell'11 settembre sono stati causati dalla cospirazione sionista e che gli ebrei organizzano guerre per far crollare i mercati, è stato invitato a parlare alla conferenza dal titolo "Il mondo contro la guerra", tenutasi nel centro di Londra all'inizio del mese.
Nel suo discorso, riportato da numerosi siti di estrema sinistra, invita gli ascoltatori a ribaltare la realtà, accusando Israele e Stati Uniti di terrorismo e descrivendo il Partito di Dio come una "rete sociale che resiste all'occupazione e all'aggressione". Naturalmente sono seguiti gli applausi, senza che nessuno abbia opposto il benché minimo contraddittorio, ricordando a Mousawi, per esempio, l'uso indiscriminato di civili come bersagli e scudi umani o l'incitamento al razzismo e alla guerra santa.
E nessuna obiezione è venuta dagli ambienti politici e mediatici, ad eccezione del leader conservatore David Cameron che ha sollevato la questione con Gordon Brown. Il primo ministro ha promesso una risposta scritta, che però non è mai arrivata.
Che la Gran Bretagna, si stia rivelando, lentamente, uno dei Paesi Europei più ben disposti verso il fondamentalismo islamico, tanto da essere prescelta da alcuni esponenti per diffondere l'ideologia jihadista?
Il governo britannico nel 2004 onorificò Tariq Ramadan, inserendolo nella Consulta Islamica, dopo che al principale ideologo, nonché nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, nel nostro continente, venne rifiutato l'ingresso in Francia e negli Stati Uniti.
E sempre nella capitale del Regno Unito la scorsa settimana è stato trovato in un appartamento vicino a quello dove i terroristi degli attentati del sette luglio fabbricarono l'esplosivo, un DVD, sembra comprato in una moschea londinese, dal titolo "Child Song", in cui una ragazzina guarda la mamma mentre sistema le bombe sotto i propri vestiti in modo da sembrare incinta. Dopo l'esplosione, la bambina trova un pezzo di dinamite nel suo letto e il filmato finisce con "Io seguirò le azioni di mia madre".
Alcune ricerche statistiche condotte dagli uffici governativi di Sua Maestà, infine, hanno rivelato che Muhammad è il secondo nome più popolare tra i neonati inglesi e, contrariamente ad altri, come per esempio Jack, fino a qualche tempo fa ben più diffuso, la tendenza è in aumento. "Da questo studio vediamo che l'Islam non può essere fermato, qualunque crociata il governo intraprenda".
Ha affermato Muhammad Abdel-Al, portavoce e leader del gruppo dei "Comitati di Resistenza Popolare", coalizione che raccoglie varie organizzazioni terroristiche palestinesi: "In Europa non c'è bisogno di guerra perché la gente continua a convertirsi e i musulmani presto saranno la maggioranza". Se ciò fosse vero allora le previsioni di Bat Yeor, della Fallaci e di chi ha denunciato e denuncia l'avanzata dell'Eurabia non sono del tutto sbagliate?
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