Ospita Hamas, aiuta Hezbollah, consente ai terroristi suicidi di entrare dalla Siria in Iraq e destabilizza il Libano per questo Bashar Assad ha fatto "perdere la pazienza" a Bush
Testata: La Stampa Data: 21 dicembre 2007 Pagina: 14 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «Bush ad Assad Ho perso la pazienza»
Da La STAMPA del 21 dicembre 2007:
«Con Bashar Assad la mia pazienza è finita da molto tempo». George W. Bush riserva per il leader di Damasco l’affondo più duro nella conferenza stampa di fine anno alla Casa Bianca. «La pazienza con lui è esaurita da tempo - ha detto il presidente Usa - perché ospita Hamas, aiuta Hezbollah, consente ai terroristi suicidi di entrare dalla Siria in Iraq e destabilizza il Libano». L’atto di accusa è duro e affinché il messaggio raggiunga Damasco, aggiunge: «Assad non ha bisogno di una mia telefonata per sapere cosa penso, conosce benissimo la mia posizione». Le parole di Bush suggeriscono che la Casa Bianca crede poco ai segnali di timida apertura sul Medio Oriente giunti da Damasco - con l’invio di un viceministro alla conferenza di pace di Annapolis - mentre è molto irritata per gli omicidi politici di leader anti-siriani in Libano. Non a caso calca la mano sulla situazione a Beirut, dove tarda ancora l’elezione del nuovo presidente: «La Siria deve consentire al processo libanese di funzionare». Ovvero, basta interferenze. E «se non ci sarà un accordo» fra le fazioni allora «sarà la coalizione di maggioranza ad eleggere il presidente e il mondo lo abbraccerà». Ciò significa che gli Usa sono pronti a sostenere la maggioranza anti-siriana, guidata dal partito «14 Marzo», nell’elezione del presidente, anche se non sarà gradito a Damasco. Neanche 24 ore prima era stato Nicolas Sarkozy, a dire di aver «esaurito la pazienza» con Assad: Parigi e Washington vogliono stringere i tempi per la stabilizzazione del Libano. Durante il botta e risposta con i giornalisti, Bush ha parlato di Iraq «dove la situazione sta migliorando anche se non siamo ancora soddisfatti», e di Afghanistan, augurandosi più impegno da parte degli alleati della Nato nella guerra contro i taleban che puntano a rovesciare il governo di Hamid Karzai. «L’America è grata a inglesi, canadesi, olandesi, danesi e australiani per il contributo di forze combattenti», ha detto Bush, riferendosi agli alleati che invece esitano in questi termini: «Mi rendo conto che alcuni Paesi non possono impegnarsi con forze combattenti e dunque dobbiamo chiederci se è possibile bilanciare la loro posizione in Iraq in maniera tale da farci restare all’offensiva contro i taleban». Insomma, Washington chiede agli alleati di aumentare l’impegno per la stabilizzazione in Iraq in maniera da consentire ai reparti combattenti Usa di essere spostati sul fronte afghano. «La mia più grande preoccupazione viene da chi dice di essersi stancato dell’Afghanistan e pensa di andare via», ha concluso il presidente, rifiutando di esprimersi sulla campagna presidenziale in atto se non per dire: «Chi vuol fare questo lavoro deve avere principi molto saldi, non inseguire i sondaggi di opinioni». Sulla spinosa questione dei video sugli interrogatori di Al Qaeda distrutti dalla Cia, ha ribadito: «Non mi esprimerò fino a quando le inchieste saranno in corso»
Per inviare una e-mail alla redazione della Stampa cliccare sul link sottostante